Quello che subito si percepisce davanti al nuovo lavoro dei Groovenauti è lo spiazzamento tutto italiano di fronte alla proposta di un lavoro altro, la profonda sperimentazione che muove da un genere ricco di stilemi come il rap. "Beauty Industries" è un prodotto che si presenta come giusta evoluzione di quel percorso che il gruppo trentino sta sviluppando dal 2005, e che vede un tentativo di riformulazione del genere attraverso la contaminazione e la ricerca di influenze da campi esterni (musicali e non), realizzando una prospettiva nuova nei confronti del linguaggio e dell'estetica del suono rap.
Tutto questo in un concept musicale che prende sicuramente ispirazione dalla figura epica di El-P e di quella produzione indie americana (Definitive Jux e Anticon) che per anni ha cercato, affermando, un modello di hip hop sperimentale caratterizzato da basi classiche ed elettronica, cocktail di suoni e melodie che si stracciano e si mescolano in un collage postmoderno bruciato e distorto.
"Beauty Industries" si presenta quindi come un piccolo prodotto avanguardista nostrano. Musicalmente, come detto, la proposta si muove in modo anticoniano. Basi classiche incontrano un'atmosfera fatta di rumorismi e suoni storpiati da un'elettronica massiccia. Melodie che si fondono, alternando il suono di un pianoforte alla durezza di ritmi metallici e batterie pompate ai limiti dell'industrial. Metriche supportate da un lessico pesante perchè frutto di tematiche pesanti: su tutto la descrizione asfissiante di un mondo postindustriale assuefatto dal denaro.
Un ottimo lavoro, interessante e senz'altro apprezzabile per l'impegno a coordinare intorno al disco un progetto che coinvolge musica, video e grafica (con le illustrazioni del fumettista fiorentino Ausonia). Da ascoltare e supportare, per gli afecionados al genere come per i detrattori, ché la ricerca di strade alternative coinvolge tutti.
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La recensione Beauty Industries di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-12-09 00:00:00
COMMENTI (1)
Grandi GRoovooni!