Se il lavoro precedente del combo bergamasco era, ipse dixit, la loro "cartolina in bianco e nero", questa nuova fatica potrebbe rappresentare la rappresaglia di colori estivi e l'attacco fieramente gentile al cuore di quest'ultimo scorcio di inverno.
La prima "Out" sembra uscire dal profondo di un'America quasi iconica. Un suono intenso e ancora credibilmente indie, tra Calexico e un'ineffabile chiave di decisa e personale introspettività. Armonica ed acustica per la old bluesy "Six Feet Under", dove un organo contrappunta una voce graffiante che pare uscire dritta dritta dal meglio dei Wilco, o dai Califone. Al di là delle montagne bergamasche ci dev'essere un pezzo di Tucson, se dalle trame di "Lord Forgive" promana un denso country tex mex da far impallidire tanti epigoni del genere - e anche tanti legittimi veterani che spesso ci han marciato sopra.
Carrellando giù per paesaggi desolati, tra pezzi di disperazione alcolica e superindividuale, la riflessiva "Hole In My Soul" giace quieta poco oltre la metà del disco col suo suono fieramente '60, tra hammond e arpeggi adamantini. L'alt-country, tra sfumature jazzy e divagazioni easy listening, di "The Game" chiude gloriosamente un disco che se non è un capolavoro, tra inevitabili lacci di genere, davvero poco ci manca. E una menzione a parte per il lavoro sopraffino in postproduzione. Ce ne fossero.
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La recensione Hard Folk Lightning Sucker di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-22 00:00:00
COMMENTI (1)
disco stupendo.
grandi anche dal vivo.
però, hey, sono 2 bresciani e 2 bergamaschi, diciamo le cose come stanno! :]