Affondo le mani in un chiarore ossessivo da mattino appena nato, lo sguardo perso tra l'arancio e il blu che piano diventano rosa e aria, rosa pallido che nuota nell'aria freschissima, rosa accecante che si posa tra nuvole gentili. Ed eccolo, "magnifico e lucente, il sole". Sto ascoltando "Here comes the sun" nella morbida versione dei Marlene Kuntz, e penso: siamo cresciuti, tutti. E la crescita è, spesso, cambiamento. Cambiamento al margine o sottile distorsione, oppure un taglio netto, un fulmine nervoso o ancora il lento scorrere degli anni che ci accarezza coi suoi ritocchi impercettibili creando nuove forme dentro e fuori. Siamo cresciuti tutti, raccogliendo con cura ricordi e fotogrammi, anche dei Marlene. Inutile soffermarsi sull'esplosione noise di "Catartica" o la brama violenta de "Il vile", sono nel panorama, ben visibili e incastonati in quegli anni novanta di fermento musicale non indifferente. Almeno, non per me.
Inutile sottolineare poi l'evoluzione intimista, l'avvicinarsi sempre più alle sonorità dei C.S.I., che subito li amarono rubando "Lieve", la collaborazione intensa con Gianni Maroccolo (presente anche in questo nuovo lavoro come produttore artistico), l'intelletto e la letteratura senza grossi rumori di fondo, la consapevolezza di sé e la profondità mai sondata dell'animo umano che si abbracciano a occhi chiusi, in una continua riflessione, in una ricerca inesauribile di spessore e succo, del nocciolo, della particella più piccola di cui tutto si compone. Conta piuttosto chiedersi quale sarà il prossimo passo, quali sfumature avrà la loro strada oggi, e oggi, ora, a vent'anni dall'esordio sulle scene, nasce "Cercavamo il silenzio…", un regalo, una promessa, un sottofondo di sensazioni nuove, un cd dal vivo (ma ancora di più un dvd) che offre spunti leggeri di amore e di luce, luci blu e rosse e bianche che incorniciano musicisti valenti, comunicatori attenti, artisti.
Godano spiega così la scelta di suonare in teatro: "Tanto è lecita la distrazione secondo il rituale rock quanto è lecito il desiderio di suonare in un luogo che ne sia privo", cercare il silenzio per riempirlo di materia, per dargli peso e renderlo inebriante e sostenuto, per immergersi in un ambiente che dal buio produce caleidoscopi da brivido. L'interpretazione di ogni brano è canto, recita, introspezione e intersezione, lo splendore delle parole risuona intenso, sopra un tappeto di orchestra soffiata nel vetro, in un crescendo corale tra il sussurro spezzato di "Danza" e la gioiosa vita in blu di "Canzone sensuale", fino al boato esistenziale di "Sonica", il pugno, la scossa, la commozione che si sciolgono in quindici minuti di parata psichedelica che conduce a "Il vortice", dove l'intensità consuma, e l'intenzione attraversa il mezzo.
Registrato al Teatro Sannazzaro di Napoli il 3 febbraio 2009 durante il tour "Uno: live in love", "Cercavamo il silenzio…" è un gioiello, una prova, riuscitissima, di confrontarsi col silenzio per colorare l'assenza e appropriarsi completamente di uno spazio, e in quello spazio, del tempo. I Marlene Kuntz sono, oggi più che mai, vivi.
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