Nel mio lettore sta girando il nuovo disco degli Almamegretta! Per meglio dire, l’anteprima del disco che tra un mesetto sarà nei negozi e tutti potranno ascoltare. Quindi, con grande fretta ma anche con immenso onore, vi rendiamo conto con notevole anticipo di questo album, quinto lavoro effettivo degli Alma.
Non ritenendo utile che in una recensione si descrivano troppo nello specifico le singole canzoni, vado subito al dunque e vi dico qual è il ‘mood’ complessivo, la direzione e l’atmosfera di questo “Imaginaria” (già il titolo, a dir il vero, ne fa intendere il contenuto). Gli Almamegretta hanno nuovamente mutato pelle, pur rimanendo se stessi. Il pop e la forma-canzone di “4/4” appare infatti già lontano; qui siamo tra l’elettronica più introspettiva e alcune divagazioni che oserei definire ‘psichedeliche’ - senza tuttavia perdere la propensione a costruire ritmiche molto forti, loop che ti entrano nella testa, brani in ogni caso ballabili. Raiz ha dichiarato: “questo lavoro è figlio più di “Lingo” e “Sanacore” che di “4/4”. E’ la continuazione di quel percorso interrotto momentaneamente con “4/4” in cui abbiamo tentato di creare canzoni vere e proprie e tra l’altro in italiano. Ora abbiamo ripreso il cammino precedente.” E le parole del vocalist fotografano esattamente la natura di “Imaginaria”, prova che rappresenta musicalmente un passo indietro e uno avanti allo stesso tempo.
Gli Alma, insomma, non sono cambiati ma sono ‘progrediti’, non hanno abbandonato l’utopia del pop elettronico di qualità ma lo hanno piuttosto rivitalizzato intraprendendo una strada trasversale che sfugge a facili definizioni. In fondo sono tornati a se stessi, cioè all’elettronica visionaria di “Lingo”, grande album passato un po’ inosservato. E lo hanno fatto rimescolando le carte, fondendo i beats moderni con le solari melodie mediterranee, i ritmi africani con le atmosfere arabeggianti. Quest’album dà l’impressione di essere un disco libero da compromessi, sincero, privo di forzature come per alcuni versi appariva il precedente lavoro. Poi ha brani ricchi di intense basi strumentali e per questo motivo lo si può accostare a “Mezzanine” dei Massive Attack, risultando però più solare, più vibrante, e senza dubbio più teatrale rispetto all’eccellente disco della band bristoliana tanto cara agli Alma.
In definitiva, “Imaginaria” rappresenta un nuovo interessante tassello nella carriera oramai decennale della band napoletana, confermando, se ce ne fosse stato il bisogno, di avere nella mente e nel cuore un disegno artistico che con grande abilità (e autocritica) sanno sempre rinnovare. Magari con più calma torneremo a commentare questo lavoro, ma per ora vi basti sapere che suona qualitativamente alla pari di “Lingo” e nettamente superiore a “4/4”. Chi ha preferito l’uno piuttosto che l’altro sa quindi cosa troverà , più o meno, ad ascoltare.
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La recensione Imaginaria di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-06-01 00:00:00
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