Lana è una donna vestita di tulle bianco, una sposa a cui hanno detto che nei bagni non ci sono gli organi, eppure lei vuole sposarsi lì, con i cori che escono dai sanitari, e va a nozze con la maliconia, distesa nella vasca da bagno, e il suo vestito fluttua nell'acqua fredda, e se la tocchi è così impassibile che sembra morta. Lana è dolorosa e dolorante e il suo dolore diventa il tuo quando la vedi che piange e non riesce a respirare, è tesa come gli archi che senti nei dischi di Paolo Benvegnù, affilata come una plettrata di Gionata Mirai, triste come i Verdena, noise come un arpeggio dei Marlene kuntz, ma soprattutto accoratamente violenta come i Tool.
Il quartetto di Los Angeles sbuca da ogni accordo di questo disco, pervaso da un umore molto scuro, con pennellate di rock alternativo italiano e nu metal. Quasi una versione dark dei Jane's Addiction, arricchita da trovate armoniche eccitanti e sorprendenti, una tensione costante che trova sempre risoluzione in un filo che lega i brani l'uno all'altro, ma che convince di più negli episodi in inglese, dove il cantante Matteo Perego è evidentemente più a suo agio. Costantemente su sfondo scuro si innalzano chitarre rocciose e la sezione ritmica e di una solidità impressionante; inoltre, "Good morning apnea" è curatissimo negli arrangiamenti, nel missaggio e nel master, che donano un'impetuosità e pienezza di suono che nulla ha da invidiare alle grosse produzioni straniere.
Un occhio di riguardo all'art work del disco, perfetta sintesi in immagine dei contenuti.
---
La recensione Good morning apnea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-03-19 00:00:00
COMMENTI (2)
complimenti, ragazzi !!!
ciao giordano! grazie e complimenti a voi, magari una volta ci becchiamo su qualche palco. ciao!