Toscana oscura, nel cono d'ombra di una dark wave, sì datata, ma dai forti impulsi alla fuga.
Partendo con "Percolation Theory", classicismo quasi vetero - il lato reazionario del disco - incline al post rock di June O'44 e Slint piuttosto che Oxbow, riff muscolare e voce distorta. Soluzione proto punk per sempiterni tre accordi nella seconda "Do Not Solve", e non ci si sbaglia a rinvenire/rinverdire perfino le innervature prodromiche del grunge (Nirvana, ebbene si!). "We Still" è celebrazione noise - più un riferimento manifesto, che semplice suggestione - dove le reminiscenze del rumore sfumano nella krauta scena dei '70 (Faust, Neu!).
Certo, c'è un po' il vizio di maniera, e anche certo aduso stop&go (altra declinazione dicotomica suono/rumore), ma l'esordio non solo è più che dignitoso, fa perfino intravedere, nell'incedere visionario, la nota profonda del discorso personale. Una buona retrospettiva, un ottimo prologo.
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La recensione This Youth di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-10-05 00:00:00
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