Il momento è propizio per la musica electro-pop nata e cresciuta in Italia. È ormai qualche anno che alcuni dei giovani produttori elettronici si divertono a comporre musiche spensierate e danzerecce. Prima ancora che ce ne accorgessimo qui da noi in casa, molti di questi nomi, all'estero, avevano già preso il volo. Sono diventati veri e propri fenomeni e hanno una loro carriera ben definita. Bene così. Anzi ottimo, soprattutto dal punto di vista della creatività, che non manca certo, così come la malizia di sapere concepire dei prodotti musicali di buon appeal per il mercato, senza essere scontati e ridondanti. Ecco invece cosa cerca di fare la Sony con questa compilation "Italo School Vol. 1", riproponendosi di mettere assieme tutto questo bouquet di colori e profumi. E, senza apprezzare sufficientemente l'arte dell'ikebana, progettano il mazzolino senza il minimo desiderio di organicità e di inventiva. Il concetto è quello di una 'nuova classe' di musicisti? E allora via, si proceda all'appello... Tutti presenti? Beh! Qualcuno di troppo e qualcuno ancora poteva anche starci. Questo è un lavoro di generalizzazione bruttarello, che non paga nessuno, visto che l'ensamble dei pezzi non porta chi ascolta a fare una scoperta musicale, ma lo disorienta.
Il mondo dei DJ è fatto di dancefloor e di blog zeppi di musica, di mixtape e podcast arditi ma logici, di corse sul filo dei rasoio dei generi che fanno apprezzare di più l'amalgama. Ma in questa compilation si accostano pezzi uno via l'altro senza amore e senza ricerca. Sarà che chi ha assemblato tutto non ha avuto le idee ben chiare e ha fatto solo la scelta codarda di accostare i sapori? Senza un minimo di cucina? La storia poi insegna. Negli anni 90 un altro genere musicale ha subito un'omologazione sbagliata alla stessa maniera: l'hip hop. Il progetto analogo era la raccolta "Italian Posse", dove ska, rap e ragga venivano accorpati in maniera troppo democratica. Senza nulla togliere agli artisti, in questo caso non ne hanno proprio colpa, gli accostamenti fatti senza molta logica, in musica, sono rischiosi. Così i Crookers finiscono a fianco di Cerronza. La Milano delle serate si trova affiancata con Pink is Punk e Reset! vicini di casa. Ed è calzante l'analogia con l'hip hop italiano visto che molti dei nomi sulla compila vengono o hanno tangenze con quel mondo: Inesha (turtablism), Nic Sarno (ha lavorato anche con il rapper Caneda), l'MC Mistaman è nel brano degli Useless Wooden Toys e così via.
Insomma non ci sono brutte canzoni in "Italo School" ma c'è un pensiero sbagliato dietro! Di questo passo nel "Vol. 2" troveremo solo i 'promossi' all'anno successivo. Ma forse saranno i bocciati e i rimandati a settembre quelli che ne trarranno più vantaggio, lontani dalla classe delle generalizzazioni.
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La recensione Italo School Vol.1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-12-09 00:00:00
COMMENTI (2)
Non capisco perchè buttar soldi in una compila.bah.
Ho sentito qualche pezzo! Quello di Cerronza ft Ayris spacca"!!! ;)