Quando i respiri diventano profondi. E non basta più la sala prove che assorbe vibrazioni e sputa sensazioni, se quello che si suona procede oltre ogni aspettativa per una band che è sulla scena da nemmeno un anno. L'omonimo ep di debutto dei The Doormen è, nei suoi cinque brani, una caleidoscopica meraviglia a tinte astratte, un ritratto di rara bellezza impressionista, dove i toni scuri del post punk si scontrano con le propulsioni bianche della new wave. Immersi nella materia grigia, nevrotici ed elettrici, i Doormen avanzano a testa alta nel loro recinto musicale, capaci di tirare fuori gemme come "24" e "You can't stop me", con una voce alla Ian Curtis incastrata a perfezione nella fierezza sonica tanto cara a Interpol e Editors. Ma il gioco dei paragoni rischia di rovinare quello che effettivamente c'è di buono in questo ep, ben lontano da ogni sorta di cool mood revivalistico, e che si prende anche il lusso di slabbrare e tessere ipnotiche code strumentali a pezzi come "Now I'm here" e "More time". A quando l'album?
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La recensione The Doormen E.P. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-04-26 00:00:00
COMMENTI (2)
Hanno fatto un ep di 5 tracce e già gli dai della "cover band"?
Mamma mia, la fossa dei leoni?!
Questo gruppo, come dice bene Marcello, ha le potenzialità per una bella prima uscita, se incanalati bene. Ma i numeri ci sono.
Bravi
accipicchia!
ma come si fa a scrivere una recensione del genere
con un gruppo cover band che più derivativo non si può
serve rinfrescarsi!