Al primo ascolto di questo promo-CD degli adaline ho pensato subito “non c’è male”. Nessun segnale di allarme dai miei unici due neuroni superstiti, che forse un giorno avrò occasione di presentarvi: quando li ho interpellati li ho trovati rapiti dall’atmosfera e dal sound creati da questa band di Cagliari.
Il buon gusto musicale degli Adaline è subito evidente, e quello che colpisce di più è la loro capacità di mescolare sonorità di diversa provenienza: bellissimo il contrasto fra la splendida, melodica voce di Alessia Cicala, che si muove fra atmosfere sognanti e scale inusuali, e il background “noise rock” (come odio queste definizioni…) della band: sonorità ricercate e melodie affascinanti contrapposte a squarci rock grintosi e abrasivi.
La prima traccia, ”Viola”, rappresenta in pieno la voglia di sperimentare di questi quattro ragazzi ed è un ottimo biglietto da visita che dà subito una chiara dimensione al progetto musicale degli Adaline. La successiva ”Gemma preziosa” colpisce ancora di più: il riff iniziale mi ha ricordato gli Ozric Tentacles, e questa non può essere che una notazione di merito, ma il brano ha una sua forte personalità, dovuta soprattutto alla ricerca dei suoni e alla sua dinamica: pochi comprendono che un brano musicale non deve necessariamente scorrere piatto dall’inizio alla fine, ma non è questo il caso degli Adaline, che dimostrano di sapere bene quanto sia importante giocare con la dinamica e con l’intensità dei diversi passaggi; inoltre è proprio qui che Alessia Cicala si esprime al meglio, soprattutto nel bellissimo finale a due voci, che dona all’intero pezzo un’atmosfera onirica. A seguire, invece, ”Velo di seta” mi sembra un gradino al di sotto delle prime due tracce, ma questo forse è dovuto alla sua atmosfera un po’ cupa e ai miei gusti personali. ”Un senso dietro ogni gesto” ci dà un’ulteriore prova delle capacità della vocalist, e della bravura nel creare lunghi, rarefatti, stranianti intermezzi. La traccia di chiusura, ”Madra” è invece una lunga cavalcata strumentale “noise”, arricchita da qualche intervento della front woman, che dà modo alla chitarra di Massimo Zoccheddu di emergere e spaziare.
Il merito maggiore degli Adaline è senza dubbio il gusto nella ricerca e la voglia di sperimentare sonorità inedite, sfuggendo a canoni triti e ritriti: un plauso al coraggio dimostrato, che purtroppo manca a molte altre band nostrane, e al gusto musicale.
Peccato che la registrazione del CD non sia perfetta e la voce di Alessia risulti un po’ “annegata” fra gli altri strumenti, ma ovviamente non è questo che conta: contano le idee e gli Adaline ne hanno.
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La recensione Adaline di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-05-21 00:00:00
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