Avete scoperto per la prima volta "Lo Chiamavano Trinità" ascoltando QUEL fischio di Alessandro Alessandroni trasformato in suoneria per cellulare? Vi siete mai domandati chi abbia composto la prima sigla di Lupin III? O chi abbia scritto le giocose canzonette dei film di Bud Spencer e Terence Hill?
Dietro tutto questo c'è il romano Franco Micalizzi, classe 1939, compositore tuttora attivo anche da un punto di vista concertistico, che celebra con questa gustosissima raccolta i temi che hanno reso celebre il suo immaginario fatto di passione e fine lavoro artigianale. Naturalmente sappiamo tutti che l'età dell'oro della colonna sonora all'italiana (spaghetti western, poliziottesco, commedia sexy o d'avventura) ritorna ciclicamente in auge, basti pensare agli omaggi di Quentin Tarantino ai vati del genere nei suoi film, oppure ai nostrani Calibro 35 ed al loro crescente e meritato consenso.
Ma in questo caso la moda non conta, perché alcune delle intuizioni di Micalizzi hanno trasceso tempo e spazio diventando parti integranti della nostra STORIA (sì, scritto tutto in maiuscolo, per esagerare un po', come si esagerava sempre nei B-Movie Anni Settanta): che siano traiettorie cocktail alticce o pruriginose, immobilismi western per set cartonati di Cinecittà, desolate trombe di sofferenza per bambini incompresi (l'iniziale "L'Ultima Neve Di Primavera", un vero capolavoro e inno alla sofferenza, magnifica!) o marcette sghembe per colossali scazzotate, Micalizzi trova spesso la vena giusta e tratteggia lieve, fumettistico, tragico, romanesco de Roma (ascoltate Edoardo Vianello in "Roma Parlaje Tu"), autoriale, squisitamente personale anche nelle riletture di genere. Un CD che è una vera manna per gli appassionati (i pezzi sono riletti in pompa magna per orchestra ed i guest abbondano, su tutti svetta Orietta Berti che canta Lupin!), che per alcuni potrebbe diventare un piacevole sottofondo e che per altri ancora spalancherà le porte di un universo sconfinato fatto di celluloide e cellulite, guardi e ladri, inseguimenti, bande del Gobbo, pantaloni a zampa, manrovesci e pugni in testa… E li chiamavano B-Movie: ci fossero oggigiorno film in 3D con colonne sonore così coinvolgenti!
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