Karl Marx was a broker è una pallina rimbalzante scagliata ad alta velocità dentro un cubo di dimensioni ridotte; schizza a ripetizione, disegna traiettorie fisicamente irrazionali in seguito ad ogni impatto con un'inerzia innaturalmente interminata. E' azione e reazione. Karl Marx was a broker è una figura retorica, è continua contraddizione, modello di unione di concetti discordanti; è insieme il suo inizio e la sua fine.
Un basso dal timbro brillante ed imponentemente carognoso si erge, ruggisce dalla base a sorreggere una struttura che poggia interamente su quest'ultimo, accollandosi per intero la responsabilità della melodia; octaver e loop station gestiti con cognizione, danno una mano a rimpiazzare l'assenza di una chitarra che tanto potrebbe dare alla completezza di un certo tipo di sound. Una batteria chimicamente acida, esplosiva quanto precisa, contribuisce non poco nel dare vera originalità al suono globale della band, altrimenti troppo referenziale, ed arricchisce sottolineando e caratterizzando al meglio le linee del basso.
Ciò che ne risulta è un EP tutto tirato, compatto, matematico, travolgente nel suo moto continuo e poco vario, in cui riff stoner e cadenze funk-dance emergono a tratti a far muovere la nostra testa avanti e indietro e ci ricordano che questa non è una partita di tennis tra Zu e Nomeansno. Nel complesso un buon lavoro, ben suonato, magari poco originale, ma che lascia ben sperare se si considera che il progetto è nato da poco meno di un anno e che un'identità musicale non si crea in cinque minuti… se poi si contestualizza il tutto, in un panorama musicale costellato di elementi che dopo lustri questa identità ancora la stanno cercando, che mai la troveranno, che probabilmente non hanno mai avuto alcuna intenzione di cercala…
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La recensione Karl Marx was a broker EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-26 00:00:00
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