"Di luce e ombra", titolo alquanto intrigante, è il terzo lavoro della band fiorentina Luciferme. Per questo album vengono lasciate in disparte le sonorità più pop di "Cosmoradio" per fare posto a un sound molto più rockeggiante, con una chiara ispirazione anglosassone. Infatti, a partire dai testi (che riportano in più di una occasione strofe in lingua inglese) per arrivare agli arrangiamenti e alle musiche, questa influenza britannica è decisamente marcata e mostra una dimensione nuova del quartetto toscano.
Viene inoltre abbandonato il filone più ermetico e onirico dei testi dei due album precedenti: le rime, sempre scritte da Francesco Pisaneschi, sono più immediate e incisive che in passato. Da un lato, questo cambiamento rende il disco più "abbordabile" e diretto dall'altro bisogna dire che siamo di fronte a testi tutt'altro che banali o scontati, anzi. Non ci sono stravolgimenti a livello di "costruzione" del testo, non ci sono immagini gotiche né fantastiche come in "Cosmoradio", che rendevano forse un po' troppo "pesante" il disco: ora, pur essendo lontani dai testi elementari e superflui, ci ritroviamo con strofe più orecchiabili e più chiare, ma che riescono, con la stessa determinazione e forza, a raccontare situazioni, sentimenti, pensieri. Inoltre, le sonorità vocali degli innesti in inglese si fondono abbastanza bene con la musica, anche se non hanno quella incisività (soprattutto a livello di stile) con il resto del testo.
Come già detto, le musiche e le sonorità risentono molto dell'influenza anglosassone: impossibile non notare i richiami agli U2 o ai Depeche Mode. Gli arrangiamenti curati in maniera maniacale rendono il sound corposo ed estremamente ricercato. Gli intrecci armonici delle chitarre, la "trama" costruita da basso e batteria, il sofisticato utilizzo della splendida voce del Pisaneschi (vero e proprio strumento "aggiunto"), le programmazioni, il mixaggio, tutto a livelli di assoluto rilievo. Anzi, proprio la voce solista permette di ricreare atmosfere particolarmente raffinate e inusuali, grazie all'elegante lavoro effettuato in fase di registrazione.
L'ascolto del disco è estremamente piacevole, e passa attraverso canzoni più eleganti (Soltanto tu, The Way) ad altre più rabbiose (Sono Ancora Qui, Whisky Sour, Come mai) passando per momenti di grande atmosfera e intimità (Nemico, BlackOut). Nel complesso, questa alternanza di situazioni, sia a livello musicale (dal rock di Come mai al ritmo lento e cadenzato di The Way) sia a livello dei testi (dalla rabbia di Sono ancora qui al dolore di Nemico o Soltanto tu), centra pienamente il bersaglio, quello di affascinare l'ascoltatore senza mai venire a noia, e soprattutto scoprendo piano piano nuovi scenari e nuove atmosfere.
Per concludere, direi che il passaggio dalle sonorità pop dei primi due album a quelle di questo "Di luce e ombra" ha permesso la realizzazione di un prodotto più adatto alle capacità artistiche dei quattro Luciferme, che vengono fuori in maniera decisa e intrigante. La maturazione che c'è stata (anche attraverso grandi sofferenze... sicuramente il disco ha atmosfere più "ombrose" che luminose, tanto per prendere in prestito il titolo) ha dato alla luce un album maturo, deciso, "compatto". E soprattutto piacevole da ascoltare. Insomma "well done" Luciferme!
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