Una raccolta di canzoni in dialetto. Un atto d'amore verso la propria terra, raccontata con il linguaggio del Rock.
Per parlare dell'"Angelu Nassuu Dall'Etra Pert" – raccolta di canzoni in un dialetto di una particolare località in Emilia Romagna – bisogna innanzitutto metterne a fuoco l’autrice. Lilith, al secolo Rita Oberti, impegnata in un progetto solista a cavallo fra il rock d’autore, il blues, il folk e la musica tradizionale, è uno dei nomi importanti del Rock alternativo italiano. È una che ha alle spalle una signora esperienza. Per capirci: quando quelli della mia generazione non andavano nemmeno a scuola, lei calcava i palchi di mezza Europa con i Not Moving, band rappresentativa del punk rock italiano negli Ottanta – che, fra l’altro, ha fatto da spalla ai Clash.
Banalmente, Lilith è una che il rock ce l’ha nel sangue. Anche se canta in dialetto.
Certo, il suo progetto solista, che da anni la vede accanto ai The Sinnersaints, tende più al blues e alla canzone d'autore che altro, ma qualche accenno al passato permane, come accade in “Wake up and go”, in cui il cantato di Lilith rimanda alla Dea-del-Rock-Patti-Smith.
Ma questo disco sembra più che altro un atto d’amore per la propria terra. Una dichiarazione d’affetto che parla il linguaggio della storia del Rock. "L’Angelu Nassuu Dall’Etra Pert" raccoglie, infatti, tutte le canzoni cantate nel dialetto di Centenaro, in provincia di Piacenza, dove Lilith è nata. Un atto dovuto, dunque. Soprattutto a questo punto della carriera.
Respect.
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La recensione L'Angelu Nassuu Dall'Etra Pert (L'angelo nato dall'altra parte) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-01-17 00:00:00
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