Evidenti suggestioni eighties, asciuttezza dei suoni e lampante desiderio di ritorni di fiamma new wave dominano la scena di questo ep, quattro brani che sottolineano amore per note sintetiche, batteria elettronica e scenografie oscure, andare avanti nonostante il buio e fermarsi nel punto in cui le luci al neon convergono a creare uno spazio dove si concentrano i suoni, per tagliare la notte con le note suadenti di dark elettronico che elimina ogni colore che non siano sfumature di grigio.
Notevole “Cloud”, che culla in atmosfere protette la morbidezza tipica dell’avvicinarsi del sonno, dreamy e accogliente, sensazioni di talco sospeso nell’aria, mentre gli altri pezzi si muovono su linee rette e scabre quasi fossero senza scampo, destinate a girare intorno alla propria matrice foncée come in un plumbeo labirinto. Tanto, tantissimo passato in “The First Moon”, a confermare che nella musica le nevi di un tempo tornano sempre, con risultati altalenanti, ma in questo caso interessanti: un full length ci saprà dire qualcosa di più.
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