E' una florida creatività. Fatta di leggerezza e intelligenza, estro e compiacimento. Quelle dei Vermillion Sands sono garage-pop songs che viaggiano a briglia sciolta attraverso una grana musicale che riesce spesso a farsi torrenziale. Efficaci, appassionati, amabili: scelti dalla Sacred Bones - etichetta newyorkese che ha in catalogo nomi importanti per il lo-fi internazionale, uno su tutti: Blank Dogs - danno alle stampe cinque tracce che rimettono l'attenzione costantemente in gioco, lungo una fisicità sonora appetibile. Ci sono canzoni acuminate e tremendamente orecchiabili, sporcate però di inappuntabili anticorpi chitarristici; una squisita attitudine nel contaminare generi e stili. Non basta questa annotazione però per inquadrare il varco musicale della band veneta. Capita infatti che nella fibrillazione gli strumenti diventino mutanti - rinvigoriti da iniezioni intramuscolari fuzz o da granate dal sapore garage - e vengano letteralmente scaraventati via da una manciata di melagrane country, con grande felicità da parte di chi ascolta. Col beneficio d'inventario prendete pure in considerazione i colori vocali di Holly Golightly in "There's an End", nome tutelare che comunque non vi farà arrivare ancora al punto per capire a dovere le qualità canore Anna Barattin. Perché i Vermillion Sands sono molte cose insieme e quest'eclettismo gli dona, decisamente, e hanno tutte le carte in regola per piacere ad un sacco di persone, il che rende, se è possibile, ancora più interessante seguire nel prossimo futuro quello che per loro verrà.
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La recensione Miss My Gun di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-04-14 00:00:00
COMMENTI (5)
Magari scrivi direttamente alla band, tornano dal tour mondiale il 24 aprile.
ci vogliono 24 dollari per farselo spedire dagli usa.. mi sembra un po' esagerato per 5 canzoni..
complimenti, bei pezzi
Bello.
yo!!