Ascoltare canzoni che sono state pensate e suonate dieci anni prima può essere a volte come scoprire qualcosa di splendido che era sfuggito ai nostri occhi fino a quel momento, come mettere nello stereo "Surfer Rosa" dei Pixies nel 1998 e passare una giornata perdendo totalmente la mente in quelle musiche, nonostante il tempo trascorso. Fortunatamente la musica è immateriale e, se vale, resiste alle stagioni molto meglio dei nostri corpi.
Questa manciata di tracce proviene dagli albori degli anni zero appena lasciati a marcire ma forse non avrebbe potuto esistere prima dell'ondata post-rock emotiva di fine anni 90. Sciolto attraverso la rete in forma digitale - la band l'ha reso disponibile sulla sua pagina Bandcamp - abbiamo la possibilità di goderci il debutto che non è mai arrivato per i Fargo di Pordenone. Il nome era già comparso qua e là sul web un po' di tempo fa, ogni tanto se ne parlava ma forse solo perché si tratta di un gruppo in cui suona il basso Enrico Molteni dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Inutile sprecare parole sui possibili punti di contatto tra le due band, la musica dei Fargo è vivida e tagliente ma soprattutto ancora capace di scaldare l'inverno dopo dieci estati passate. Ritmica sostenuta e ridotta all'essenza, chitarra aspra e basso come scheletro per la melodia: un abbraccio tra la dolcezza che riesce a farti canticchiare e la malinconia stonata costruisce un disegno sfuocato dalle tinte accese e contrastanti.
Questo disco che non esiste racchiude provini, inediti e canzoni registrate tra 2000 e 2001 precedentemente pubblicate in un sette pollici stampato in poche copie o addirittura mai distribuite. Per quanto "fragile" come la definiscono loro stessi, questa raccolta è un regalo inaspettato e inaspettatamente riuscito. Lo scrigno contiene alcune vere gemme ('What Could Be Wrong", "I Feel Nothing" e "I Won't Be Back") ma anche momenti meno convinti in cui si ha l'impressione che manchi comunque solo qualche sfumatura per trasformare un provino in un pezzo vero: non importa, dopo l'ascolto rimane forte la voglia di scoprire quale sarà il seguito per questa preziosa uscita, una cosa strana per un disco che non è mai stato fatto. Forse dieci anni fa era impossibile immaginarsi tutto questo.
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La recensione A Record That Was Never Made di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-02-08 00:00:00
COMMENTI (3)
Sono curiosaaaaa
:= :?
Peccato non aver potuto rivedere i Fargo suonare!
Anche se sono molto vicini ...Mi mancano, assai!
Besos.
Disco s-t-u-p-e-n-d-o! Peccato non essere nato a Maniago e non aver potuto vedere i Fargo live =(