Si potrebbe quasi dire che questo è un disco dei Jennifer Gentle, dato che ci suonano Marco Fasolo, Isacco Maretto e ci canta perfino Marco Damiani, a lungo manager della band. Ma dei Jennifer Gentle come sarebbero stati se a firmarne i brani fosse stato Alessio Gastaldello, oggi titolare dell'eccellente ditta Mamuthones. Gastaldello da sempre cova una passione insana e meravigliosa (e che io condivido totalmente) per una delle musiche più incantevoli che siano mai state prodotte su questo pianeta: il krautrock. Ecco, immaginatevi dei JG kraut, delirantemente kraut, così come possono esserlo stati gli Amon Düül I (e non II: c'è una differenza abissale!). Però col suono dei Can, vecchio amore di Gastaldello, la paranoia cupa degli Amon Düül II (eccoli!), i rivoli sonori dei Popol Vuh, le presenze oscure dei Nurse With Wound. O immaginatevi i Pink Floyd di "Meddle" o "Oscured By Cloud", però teutonici. Non tedeschi, teutonici. Proiettate tutto in un Medioevo buio e messianico, denso di tetre profezie tutte da scongiurare. Considerate che questo disco potrebbe essere il commento sonoro di uno scontro tra il Voldemort di Harry Potter e il teologo Nicolas Eymerich. O di un film di Mario Schifano di fine anni 60. Batterie infuriate, cori di chiesa a velocità altalenante, voci al contrario, gong misteriosi, tastiere magmatiche, stridii spiritici e medianici. Pieni/vuoti, presenze/assenze. Quando alla fine arriva l'"Ave Maria" pare realmente di levarsi in cielo. Già, perché questa, fin dal titolo che evoca un misterioso quadrato magico medievale, è opera esoterica. E alchemica, dato che il titolo è impresso nero su nero. E mistica, dato che sul cd è stampata la soluzione che scioglie il mistero in direzione cristiana. Ok, forse ora avete una vaga idea di cosa sia questo cd. Che è bellissimo. Da ascoltarsi al buio, sdraiati, meglio con un po' di freschetto. Avrete una scusa per i brividi che vi faranno accapponare la pelle. Astenersi non amanti della psichedelia. Per tutti gli altri, se fosse uscito un mesetto più tardi, un serio candidato a disco dell'anno.
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La recensione Sator di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-02-15 00:00:00
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