Sei a letto ed è buio tutto intorno. Scacci le preoccupazioni degli impegni del giorno dopo, dimentichi che hai appena detto alla sveglia di svegliarti tra qualche misera ora e in un attimo sprofondi nella semicoscienza di quei pensieri che puoi sognare solo quando è notte. Attimi irraggiungibili in qualsiasi altro momento. Hai l'intuizione perfetta, ne sei consapevole e devi solo scegliere se appuntarla sul taccuino che hai dimenticato nell'altra, lontanissima, stanza oppure rimandare tutto a domani. Nonostante la neve, l'inverno e tutto il resto, la sensazione è che qui l'urgenza di alzarsi di soprassalto abbia avuto il sopravvento su tutto. E per fortuna.
Esperienze diverse che scuotono l'underground con la stessa splendida dirompenza (Fine Before You Came, Dummo e Agatha) convergono in questo quarto d'ora di hardcore che suda adrenalina. Liriche sguaiate ti sputano addosso quelle considerazioni che se non le scrivi subito si dissolveranno per sempre. Citazione della copertina dei Germs a parte: qui ci sono melodie distorte che ti si appiccicano in faccia come i capelli lunghi di qualcuno che surfa sulla folla a un concerto. In lontananza echi di At the Drive-In si perdono nel punk-rock di fine anni 90, ed è un piacere.
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