Vi siete mai resi conto di aver bisogno, dopo ascolti introversi, intellettualmente sovrasviluppati, esteticamente autoreferenziali, di un pò di sano e fottuto rock'n'roll? Beh, io si. E che una qualsiasi divinità benedica chi mi ha assegnato i The Random. Sporchi, luridi, ubriachi e folli quanto basta. Ventiquattro minuti sdruciti e giocati in una corsa tra una birra, un sorso di gin e riff bollenti. Rock'n'roll dicevamo. Ma anche rockabilly e soprattutto punk. Le macumbe di Biafra che si aggirano moleste tra le note dell'opener "Random" e di "Sugar Lies", l'ironia amara degli Stranglers, poi una fedele riproposizione di "Search&Destroy" by The Stooges e tutto quello che pensate si possa distillare da più di cinquant'anni, tra alti e bassi, di tradizione viscerale e mille rivoli di derivazioni. Urla, testi ironici e bastardi quanto basta. Sudore, mani che difficilmente riescono a star ferme ed imprecazioni malevole contro la manopola del volume che proprio non ne vuol sapere di spingersi più in là. Con buona pace dei vicini, questo è un disco capace di salvare i nostri sterili pomeriggi facendo riaffiorare i peggiori istinti, quelli che qualcuno non sa fare altro che ricacciare indietro, sotto una coltre di apparenza e trucco vistoso.
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