Circo Fantasma Ninnananna per la Classe Operaia 1997 - Cantautoriale, Rock

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Pensare che alla fine degli anni '90 ci sia un gruppo italiano, agli esordi, che riporta nel titolo del suo album la formula "classe operaia" è veramente affascinante. Di certo negli ambienti delle posse e dell'hip-hop italiano, con annessi i Centri sociali, non si è mai dimenticato questo concetto, miscelandolo poi con tutte le altre tematiche fondamentali dei problemi sociali, ma molto spesso è successo che se ne sia abusato, senza perciò riuscire a realizzare un messaggio concreto apprezzabile.

Nel panorama strettamente rock abbiamo i Gang come gruppo portabandiera di ideali legati alla lotta, assieme all'esperienza dei Modena City Ramblers. Ma, non contenti, da maggio in poi ci ritroviamo con questa band milanese, i Circo Fantasma appunto, che si vanno ad aggiungere ai suddetti - soprattutto al gruppo dei fratelli Severini per quanto riguarda l'affinità a livello di sonorità e scelta di liriche.

"Ninna nanna per la classe operaia" è partorito durante gli anni passati e ha avuto i primi vagiti con la cover di "Factory" sul tributo italiano a Bruce Springsteen, presente anche nei solchi dell'album. Il suono di questo lavoro è assimilabile subito alle prove passate di Massimo Bubola, alle esperienze degli Yo-Yo Mundi (non a caso i produttori dell'album sono due componenti di questa band) e ad alcune caratteristiche della melodia di Fabrizio De Andrè, che viene celebrato nella cover "Canzone del maggio".

Una copertina in bianco e nero che raffigura una fabbrica ci introduce al cd, e scorrendo velocemente i 12 titoli ci si accorge subito di cosa trattino i testi: disoccupazione ("tra i gangli del capitale aleggia duro lo spettro dell'occupazione"), critica al sistema capitalista, storie di periferia e riferimenti al quotidiano scorrere della vita. Tuttavia anche la musica rimane valida: in "Il fiume" troviamo chitarre che sanno di E-Street Band, mentre "Cielo di Bassora" e "Paese fantasma" si caratterizzano per delle atmosfere sullo stile dei Massimo Volume; "Macchine imperfette" sa molto di Gang elettrici, sia per la violenza delle liriche che per quella dei testi, al contrario di "Vecchi amanti", la ballata più convincente dell'album.

Delle due cover, di cui in parte abbiamo già detto, non si può che ribadire il positivo giudizio per quanto riguarda il riarrangiamento, mentre è da notare che "Giorno dopo giorno", con le sue atmosfere noise/non-sense, e "Fuoco nella testa", con una melodia bittersweet, rimangono gli episodi più singolari di un lavoro che ha già riscosso un buon consenso da parte della critica.

Rimaniamo fiduciosi che la gente, grazie al prezzo politico di £ 26.000, dia appoggio ad un gruppo che merita attenzione e che dal vivo potrebbe riservare molte sorprese.

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La recensione Ninnananna per la Classe Operaia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1997-12-10 00:00:00

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