Il disco delle cose di tutti i giorni. Le pedalate in bici sulla riviera, la piantina accanto al monitor che bisogna ricordarsi di innaffiare, le canne, la ragazza indie, Luigi che incontra un ragno, rilassarsi con il cane. È una filosofia di vita: sorridere soddisfatti delle cose che vanno bene, non pensare a quelle che vanno di merda. Anzi non pensare affatto. Ascoltare il motivetto senza mai domandarsi perché. In sintesi essere capaci di volersi bene, proteggersi dalla malinconia e dalle fregature. Non so se esistono davvero dei segreti per essere felici però, se esistono, il saper dire "Se mi vuoi tienimi lontano dai guai" è senza ombra di dubbio uno di questi. Un altro probabilmente è saper fare un sereno bilancio degli alti e bassi, delle giornate sì e di quelle no ("A Volte").
Solo che io sono una che riesce a sopportarlo solo a piccole dosi l'ottimismo, e dunque per (mia) fortuna "Cane" non è solo questo. Grattando un po' più in profondità la si scorge, la paura. È nelle schitarrate noise che turbano la quiete pop-rock, e nell'elettronica che diventa istericamente ciclica. Ma ancora di più è nel gioiello "Solita Lagna", nella sua frase "Mantieni la calma e resta tranquillo" ripetuta ossessivamente come auto-convincimento ma forse anche come richiesta di aiuto. Io quella canzone mi sono ritrovata ad ascoltarla su un argine vuoto e pieno di fango sotto un cielo apocalittico e mi ha come svuotata.
Tutte queste emozioni sempre sul filo tra il buono e il cattivo sono riflesse nella musica che è ibrida, va dal grunge a Beck e Bugo, dall'elettronica al ritornello facile fino anche all' hardcore stile Fugazi di "Grrrhhh!!!".
Non sapevo bene cosa pensare, però improvvisamente mi sono accorta di un fatto: ogni volta che finivo di ascoltarlo ero più calma. E ora come ora credo che questa sia una delle migliori cose che un disco possa fare.
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La recensione Cane di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-18 00:00:00
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