Gli Speedy Peones. Ah! Dopo il foooolgorante "Fast-Listening" (2008), il più figo gruppo padovano (esagerato, te avresti detto italiano?) torna con "Karel Thole". Dodici brani che si riaffidano a quella ricerca consolidata dalla band negli ultimi anni, figlia di estetiche trasversali, di scelte sonore ricche di garage (Fleshtones e Fuzztones) e magnifiche infatuazioni trash pop, fino alla realizzazione di quel tremendo magma post-punk che aveva trovato nell'ep del 2008 la massima esplosione.
Dedicato all'illustratore olandese Karel Thole, l'album si presenta a partire dall'artwork come uno psichedelico collage che mescola trip cromatrici tra fumetto e fantascienza. E l'ensamble artistico del booklet è quanto di più azzeccato nel riflettere l'impasto stilistico che accoglie l'ascolto di queste dodici schegge. La formula è ancora la stessa di "Fast-Listening", e niente chiedevamo di più. Pezzi di punk sbriciolato su sintetizzatori drum machine e tastiere del nuovo millennio, nella ricerca di un suono dannatamente vintage, che sputa sulla carcassa degli anni novanta con la strafottenza nelle tasche e gli Stooges nelle cuffie. Quello a cui si assiste è infatti un salto generazionale che scavalca con prepotenza trentanni di musica, andando a pescare nei '70 e negli '80 i riferimenti per eccellenza del suono Peones. Inevitabile pensare agli Mc5, ai loro deliri punk-rock e alle ritmiche selvagge vive nel beckground della band padovana.
A dimostrare la continuità con le scelte sonore di "Fast-Listening" è inoltre la presenza di tutte e cinque le tracce del vecchio ep che, allora prodotte dalla lungimirante Marsiglia Records, si riversano oggi invariate nel nuovo lavoro. Ecco allora ritrovarsi di fronte a vecchi pezzi come "Bleed" o "Grand Arab Ok Ok", accompagnati da nuove tracce: dall'apertura di "Roma" al basso vorticoso di "Cinebrividus", dallo skit elettronico di "Voiture Tempo" (quaranta secondi che sembrano usciti dalle scuderie della Ed Banger) alla chiusura ipnotica di "Moon". Pezzi più freschi, che si gonfiano maggiormente di tastiere e riferimenti elettronici, che accantonano le coloriture in lingua francese del precedente lavoro, ma che in sostanza sembrano perfettamente emulare i livelli sorprendenti di due anni fa. Ed è sorprendente così. Un pezzo come "Mafia" è sorprendente. Esplicito e violento. Come nel complesso "Karel Thole" e i suoi venti minuti (meno di due minuti a traccia). Che scorrono rapidi rapidi. Incazzati selvaggi visionari. Caotici ed erotici. Fatti di tutto e del contrario di tutto. Per quello che è il gruppo post-punk italiano più figo del momento. Ah!
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La recensione Karel Thole di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-04-19 00:00:00
COMMENTI (8)
Concordo, i Red Worms' Farm sono attualmente irraggiungibili.
Stima immensa per i vermi e per la loro musica!
Ma a me faceva ridere la replica al tuo post in dialetto... :)
Dai, anche sul più figo ce n'è qualcuno davanti. Oh, senza togliere nulla ai bravi Speedy Peones, eh. Dimenticavo gli immensi Red Worms Farm, nella lista.
:] :] :] :]
Dai ciò, Renso: El bocia gà scritto "più figo" e no "più bravo".
:D
Gli Speedy Peones sono bravi, ma da qui a essere il miglior gruppo padovano... ricordo che sono padovani i Jennifer Gentle, Alessandro Grazian, Megahertz, la Piccola Bottega Baltazar, Beniamino Noia, i Diva, Debora Petrina, Lubjan, Edo, Luca Francioso, i Mamuthones, i Versus, i Riaffiora, Francesco Cerchiaro, gli Slumberwood... e so che mi sto dimenticando qualcuno di fondamentale, data l'ora... Non sto dicendo che quelli nella lista sono tutti migliori degli Speedy Peones, ma almeno cinque o sei sì... Da noi si dice "pian còe paròe".
Bravissimi!
uno dei migliori dischi di sempre... di sicuro il migliore del 2010 !!!