Il titolo, "Rootz", svela subito molte cose. Nel cuore di questo undicesimo abum in studio degli Africa Unite, il reggae in Italia dal 1981, c'è infatti il concetto di radici e tutto ciò che cresce in tale fertile campo semantico.
Da un lato l'obiettivo del super combo piemontese era fare un disco di reggae attuale, al passo coi tempi, il che, per assurdo, significa proprio cercare l'ispirazione nelle radici di questa musica, eliminando tutte le contaminazioni della modernità. È una ricerca di purezza frutto di studio e conoscenza, va spiegata e lodata. Come al solito il risultato è impeccabile, lo scheletro ritmico è perfetto e tutte le tredici tracce emanano buone vibrazioni.
Dall'altro lato la ricerca delle radici non può avvenire solo in Jamaica, e questo gli Africa lo sanno bene. Rootz suona uguale a roots, ma non è scritto allo stesso modo. Rischierebbe di confondersi in un panorama per alcuni sempre troppo omogeneo. Senza addentrarmi troppo in questa metafora botanica, materia di cui non so nulla, direi che il lavoro degli Africa è quello di importare un certo tipo di radici di rara bellezza e grazie ad alcuni innesti (culturali) cercare di far crescere delle piante più forti per la diffusione nel nostro microclima.
Il primo volo di ritorno da Kingston a Torino lo troviamo proprio nell'uso della lingua. Bunna, Madaski e i numerosi ospiti cantano spesso e volentieri in italiano, usanza che nei gruppi reggae nostrani si è curiosamente persa verso la fine degli anni novanta, vuoi per mancanza di ispirazione, vuoi per la speranza di potersi aggregare ad una carovana di respiro internazionale.
Nel caso degli Africa la lingua serve per esprimere concetti importanti, è un'esigenza a cui non possono rinunciare. Ad esempio: nella canzone d'apertura del disco, "Così sia", gli Africa si schierano contro l'omofobia, sostenuta invece da artisti come Sizzla e Buju Banton e in generale presente nell'immaginario culturale jamaicano. Così succede anche in "Mr. Time", dove gli Africa affrontano il loro agnosticismo religioso, opponendosi all'ostinazione di osannare Jah, nome di Dio nel Rastafarianesimo, in ogni canzone reggae. Allelujah, dico io.
"Rootz" è stracolmo di musica, di suoni, di arrangiamenti, di ospiti. È fruibile anche per un pubblico distratto, ma più l'ascolti e più noti i particolari. Vanno sicuramente segnalati due giovani ospiti: Jacob dei Mellow Mood che regala forti emozioni quando tira la voce in "Sensi", canzone d'amore, e Mama Marjas che impreziosisce il pezzo più veloce del disco, "The Lady", quasi ska original, possibile floor filler e mio brano preferito dell'album. Per non parlare poi di Piero Dread e Roddy Jah Son dei Franziska in "Here And Now" e della nostrana star mondiale jamaicana Alborosie (se non conoscete la sua storia, informatevi, roba da film di Hollywood) nella segreteria di Bunna e nella solare "Reality". Da segnalare inoltre l'ipnotica "Music And Blood", dub in poetry style in cui Madaski col vocione basso omaggia Linton Kwesi Johnson e Benjamin Zephaniah, mentre Bunna vola alto e melodico. Attenzione anche al singolo anti-singolo, "Cosa resta": è parlato, non cantato, e il ritornello arriva solo una volta, nel finale. Il video di questa canzone, fatto da terzi, è una sorta di blob che ne interpreta in lina di massima l'intenzione lirica.
La grafica del disco, curata dall'Alambic Conspiracy, sottolinea il concetto di radici, mescolando quelle forti e nobili di secolari sequoie americane ai comuni tuberi del mercato sotto casa (e ai lunghissmi dreadlocks della band). Mi permetto di aggiungere che le radici degli Africa, dopo così tanti anni di amore e di cure, sono sempre più forti, sane e belle.
Dimenticavo, a breve uscirà il vinile con tutte le dub version del disco. Andate e ballate in pace.
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La recensione Rootz di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-05-26 00:00:00
COMMENTI (11)
Alboroise come Joe Cassano
fa paura sto cd !!!!! stupendo !!! bless africa unite !!![:
Grandi come sempre.
...grandissimi kome sempre....i mostri africa unite....[:
fuori piove
fa freddo e scende la nebbia...
ma sto ascoltando questìalbum e mi sento mooolto meglio...
grandi [:
li ho sempre amati ma sto disco sembra uscito già due o tre volte....
a quando un africa unite electroacustici, solo voce e chitarra e trame elettroniche?
Grandi come al solito!
Ossequi Filarmonico-Municipali!!!
Strano,
prova a svuotare la cache
oh ragà ma la Traccia 3 è uguale alla 2..
Al primo ascolto mi sembra molto buono