Arancioni Meccanici
Arancioni Meccanici 2010 -

Arancioni Meccanici

Forse la loro auto-definizione "colonna sonora immaginaria per un brindisi con Stanley Kubrick e Mario Monicelli" punta un po' in alto, ma in un certo senso dipinge una scena che, in un mondo immaginifico come quello raccontato nell'album, potrebbe verificarsi. Prima vera uscita discografica per gli Arancioni meccanici, che si avvalgono dell'aiuto, per la registrazione e il mixaggio, di due certezze della scena rock italiana: Livio Magnini (Bluvertigo) e Giulio Favero (ex Il Teatro Degli Orrori).

Tra i primi brani spiccano "La minaccia rossa", potenziale singolo, e "Mala tempora", emblematico spaccato di Milano e della realtà attuale dell'Italia. Macchie intermittenti di straripanza verbale e omaggi CCCPiani sovrastano chitarre e bassi, che tentano di infiltrarsi coprendo il perno vocale.

Variazione tematico-ritmica in "Ti porto fuori a cena" e "Caravan of love", portatrici di un'irriverente ventata di sarcasmo ridanciano made in italy, tipico dei 60s. "Tomorrow" amplifica il mondo non-sense che sarà il concept dell'intero album, per arrivare all'apice finale di "Automation for the people" e "Uomini/macchine", in cui viene immaginato, con un pizzico di ottimismo utopico, di far ripartire dal nulla la società lobotomizzata che ci sta distruggendo, sostituendo le macchine con gli uomini.

Sorvolando sulla banalità di un paio di pezzi, quindi, questo esordio si pone positivamente in bilico tra finzione auto-esplicante e ironia fra le righe, ma neanche troppo.

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