Stavolta sull'attenti, che qui si fa sul serio. E non è il punk da strada, e nemmeno quello glam, non è la roba dei tuoi amici con l'eye-liner e non sei nemmeno te. Poco spazio per i losers, dritti al punto, senza seghe a rovinare l'atmosfera di cravatte sciolte e braghe aperte. Che i Leeches mica ci stanno sulle pose e sui dettagli, punk come un branco di cavalli e di maiali dentro un megastore, affamati senza remore e colmi di marciume e lividi. "Get Serious" rappresenta la loro personale battaglia contro la filosofia rock da impegno mistico, un impeto corsaro che coinvolge corpo e spirito e lascia poco spazio ad astrazioni concettuali e derive artificiali. Qui anche i problemi di natura fisica e psichica sono come pareti dove infrangersi durante un violento pogo. Perché quello che conta in fondo è arrivare a conquistare attimi orgasmici di puro divertimento, sballotandosi tra riff e ritmiche assassine. E' la capacità attitudinale del rialzarsi come se non si fosse mai caduti, un misto di caotico orgoglio cazzaro e autoironia sulla situazione in cui ci si trova costretti a incarnarlo, una lotta fatta a colpi di genuino punk'n'roll e testi che passano in rassegna ossessioni umane, ricordi mai sopiti e fredde analisi sulle conseguenze del divenire, tutti temi trattati senza mai rinunciare a quella maledetta voracità di compressione sonora ereditata da maestri come Angry Samoans e Circle Jerks, e aggiungendo anche qua e là tracce di amore cinefilo. Un album dolcemente isterico, che ha la sua diretta estensione nella dimensione live, in quella condizione di collettivizzazione di sangue ed emozioni dove i Leeches sguazzano a proprio agio.
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