Il viaggio per la Bliblioteca inizia presto, essendo la band barese giovanissima ai suoi esordi. Ed è un trip che ha come propellente l’era del post-rock, declinato in tutto lo spettro possibile, dalle rotondità mogwaiane (“The Juggernaut”, “Verso Casa”) alle derive electro dei Boards Of Canada ed Explosions In The Sky (“Fuochi Artificiali”), e sarebbe pleonastico star qui ad enumerarne derivazioni e ramificazioni, tutte le possibili e immaginabili, per un suono ormai stancamente codificato e vecchio all’ascolto.
Ciò che va sottolineato, oltre al buon rapporto tra sospensione e rumore, credibilmente realizzato per una discreta capacità di maneggiare gli strumenti, è il tentativo seppur blando di un’evoluzione in senso mediterraneo, un marchio da leggere sottotraccia - e omologo ad altri conterranei dell’area post - e qualche timido salto verso l’altro referente epocale, paradigma indefettibile: New Wave.
Immersi nel loro mondo post, rievocano, citano e ingenuamente osano in un mondo che è passato oltre. Per una produzione (e post produzione) che non sempre, lungo i solchi, gli rende merito.
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