Ilaria Pastore Nel mio disordine 2010 - Pop

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Non per fare un trito elogio del caos creativo, 'ché la maggior parte delle volte la confusione è confusione e basta, ma il disordine di Ilaria Pastore somiglia proprio a quello bello e colorato dei mercatini dove vai per dare solo un'occhiata, pure un po' annoiata dal già visto, e poi non puoi fare a meno di tornare a casa con qualche inutile suppellettile. Succede così: uno guarda la copertina e pensa "uh che stucchevole questa immagine da svagata cantautrice Scandinavian Wannabe, sicuramente dentro ci saranno canzoni minimali interpretati con voce cristallina, un'arpa e dell'elettronica à la Bjork. Noia.", poi ascolta il cd e scopre che in effetti non ha tutti i torti, a parte l'arpa e l'elettronica che mancano all'appello. Ci sono invece la voce cristallina e l'attitudine a un sognante minimalismo, insieme a clarini e violoncelli, metrica singhiozzante, testi trasudanti una femminilità pensosa. E, come davanti a quella bancarella di suppellettili, rispuntano le domande: ho bisogno di una Carmen Consoli più discreta, di una Meg a colori pastello, di una L'Aura più alternativa? E si dà una risposta: No, però è bella e brava, la prendo. Alla faccia del disordine.

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La recensione Nel mio disordine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-03-17 00:00:00

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