Dire che questa band sia originale, mi sembra evidente: già il nome, Le Cose dei Licianni, la dice lunga quanto all’estro e alla fantasia del gruppo. I Licianni, presenze di un sistema immaginario, guidano questi quattro ragazzi piemontesi. Il gruppo, che nasce intorno al 1996 con il nome di Nessuno, si muove fra sonorità vicine alla PFM e ai Diaframma, dimostrando già una maturità espressiva e soprattutto musicale. Non a caso la band ha cominciato suonando brani esclusivamente strumentali, anche se, passati alla ricerca della forma "canzone", dimostrano di cavarsela più che bene: il cantante, Salvatore Oppedisano, ha ottime capacità interpretative.
Difficile scegliere fra canzoni così diverse e ciascuna a suo modo particolare: prendiamo ad esempio la prima traccia, "Pietra", fra il demenziale e il metaforico; la quarta, "Pierrot senza luna", romantica e non banale; oppure "La ballata dei shees woos", con i suoi protagonisti, gli ‘Shees Woos’, la casta proletaria del sistema dei Licianni e il ritmo travolgente; "Occhi di cielo", la storia di un amore travagliato; "Cuori emigranti", il triste arrivo di un meridionale in una città del Nord.
Ascoltando "Cuori emigranti" dispiace pensare che questo gruppo non avrà mai il successo in termini di pubblico di una formazione mediocre come i Luna Pop?! Anche se auguriamo al gruppo un futuro di tournée in giro per il mondo, sappiamo che mai si potranno nemmeno avvicinare ad una tale mole di copie (ahimè) inutilmente vendute. Forse solo sul pianeta dei Licianni, esiste il successo e il dovuto riconoscimento ad una band come questa e come tante altre che lavorano in Italia, nel ‘silenzio della loro musica’ sfuggendo alle logiche stritolatrici di un mercato che uccide la creatività ed esclude chi si pone fuori da strade già percorse e collaudate.
Noi comunque crediamo che qualcosa nel nostro panorama musicale stia cambiando e che anche i Licianni non siano poi così alieni…
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La recensione Cuori emigranti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-06-26 00:00:00
COMMENTI (2)
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ho ripescato questa recensione del 2001... a voi