Pur essendo cresciuto a pane e Beatles, i Cleep mi hanno lasciato così così. Anzi è tutto il britpop che ultimamente mi lascia così così: dagli Oasis a Daniele Groff... anzi, i Beatles erano un'altra cosa. E invece Groff è uno dei primi nomi che m'è venuto in mente ascoltando "Cineguaimai". Bisogna rendersi conto che un disco come quello dei Cleep è facile, pure troppo, è pop e banale da risultare insipido. Soprattutto i testi potrebbero essere più ricercati... non le ho contate ma credo che la rima "sai/mai" ci sia almeno in 4 canzoni... e meno male che uno degli autori dei brani si chiama D'Annunzio. Inoltre il cantante, anche se cerca di dare un'impostazione personale, non sempre ottiene un buon risultato, specie quando sforza la voce apposta per ottenere un pizzico di stonatura. Musicalmente qualche trovata interessante c'è (forse perchè in un paio di passaggi ricordano proprio i Beatles!), ma complessivamente tra musica e testi sono ben pochi i punti da menzionare.
Carino è il gioco sul titolo del brano: "cineguaimai" è infatti parte del ritornello della canzone che per intero fa: "senza metterci - nei - guai - mai". Altro episodio interessante ma poco valorizzato è l'ultima traccia "amico di viaggio", un brano tutto chitarra, voce e violini, in cui il cantato però non fa che penalizzare l'arrangiamento che seppur semplice è efficace. Probabilmente (e mi riferisco soprattutto ai testi) il target di questo lavoro non mi comprende, ma è quello del pubblico di Daniele Groff e 883... pop leggero.
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La recensione Cineguaimai di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-10-17 00:00:00
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