E' un disco fatto in casa quello di Vincenzo Scalabrino, ed è ispirato, essendo lui un educatore, ad un bambino con problemi di percezione sonora.
Facile quindi, considerate le premesse, rinvenire una certa sensibilità e un amore per la fragilità. E' un lavoro ambientale dal retrogusto post, come dichiarato dalla prima " -:___", dove fruscìo da field recording e diafani loop di chitarra assemblano un'ipnotica nenia.
Pizzicato e chitarra classica in "Ho venduto l'anima al reverse", e sembra quasi di sentire la versione ancora più ostica del Jim O'Rourke sperimentale ed estremo.
Forma destrutturata - ma pur sempre forma - possiede "Un tempo", tra arpeggi e sussurri. Non so se sia la suggestione delle circostanze ispiratrici a giocare in una certa direzione, ma questo lavoro possiede un che di ascendente e al contempo declive, perchè costituisce un di-scorso che muove in alto e oltre il suono, per la precisione: verso il suo rovesciamento speculare, il silenzio. Che è suono a testa in giù.
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La recensione Ballate per i tuoi fantasmi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-05 00:00:00
COMMENTI (1)
Bassa fedeltà. Classe 1980. Reverse. Cocleare. Melodica. Rumori. Batteria Duc de Ventre. Pioggia. Karimba. Jumbo 61 R6. Bumba drum. Chitarra Lamalora. Radio. Casa. Rudimentale. Clarinetto. Strumenti giocattolo. Fonovaligia. Chitarre. I cani del vicino. Legno.