Album d’esordio per la band lombarda che mescola new wave ed elettronica ottenendo un elegante synthpop: forse poco personali ma decisamente promettenti.
L’elettronica epica d’apertura di “Rise From Grey” ci porta subito in un universo parallelo, fatto di note sintetiche piene e toni sfumati inclini al malinconico. La voce entra nella seconda traccia, a sostenere il pop con corposa intenzione e a quel punto diventano reali gli orizzonti di nuvole e montagne ancora cariche di neve. Il paesaggio tratteggiato dai Blume è così: denso di ombre e altrettanto ballabile, forse col broncio o semplicemente a occhi chiusi, lasciandosi trasportare dal sound che mescola un certo piglio new wave con dancefloor anni ottanta.
Per intenderci, ascoltando i brani vengono in mente i New Order (“Walking In The Darkness”), le tattiche suggestive delle ballate oscure dei Depeche Mode (“It’s Not Enough”), stanze buie illuminate da luci strobo, con divanetti pronti ad accoglierti per ripensamenti, abbandoni, ultimi baci. L’esordio dei Blume colpisce per intensità e cura, pur mostrando un’identità ancora poco riconoscibile e soluzioni non troppo originali: tutto sommato un buon lavoro, che merita attenzione principalmente per la capacità di creare atmosfere vivide e coinvolgenti e per l’eleganza propria di ogni brano.
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La recensione Rise From Grey di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-04-12 00:00:00
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