Un intro che sembra presagire un tiratissimo brano dance, di quelli frenetici a chissà quanti battiti per minuto. Ma poi arrivano le chitarre ed una voce tipicamente punk, che ci riportano alla realtà nuda e cruda presa a prestito dal rock duro e ribelle degli anni Settanta e quello della scena statunitense in particolare. “Superskazzo” trova infatti spunto da quelle sonorità, mentre per le tematiche si accosta alla tendenza punk inglese seguita all’ondata americana: “Vivi la tua vita, fai ciò che vuoi / ruba le stelle, non stare nascosto / beccati il tuo passaggio con una buona vista / è la libertà nella tua mente”. Tutto rigorosamente cantato in inglese, con tanto di coretti alla Ramones e finale con chitarra blueseggiante. “Fuck the system” è il secondo brano incluso in questo prodotto e qui il tempo si sposta avanti di un decennio, fino ai Sonic Youth ed ai Dinosaur Jr., ma forte è anche l’influenza del punk inglese. La rabbia è la medesima del brano precedente, ma più immediata e diretta: “Questo è quello che avete costruito / un mondo fondato sull’apparenza / siete tutti truffatori a doppio taglio, bugiardi e falsi intellettuali”. Attacchi e incazzatura tipica dell’ideologia anarco-punk degli Anni Settanta, quella che doveva cambiare il mondo, ma che è ideologicamente scemata presto. Musicalmente è rimasto molto di quell’ondata devastante ed oggi, come i Batteri Acrobatici, sono in molti a riportare di attualità quelle sonorità…
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