Molto bello questo secondo disco del quintetto bolognese Sur. È suonato bene, arrangiato con sobrietà e semplicità, cantato con trasporto e con impegno, "Il limite" si richiama a diversi stili musicali: il jazz, il cantautorato, il folk, la musica brasiliana... Certo, ha poco o nulla a che vedere con il rock, visto l'approccio più morbido, raffinato e riflessivo alla forma canzone, ma potrebbe comunque accattivarsi le simpatie di qualche patito del rumore desideroso di deviare un po' dai soliti schemi di chitarra-basso-batteria.
Decisamente caratteristica la voce di Eloisa Atti, col suo timbro un po' acerbo e un po' carezzevole, che dà un'impronta ben definita a tutti gli undici brani di questo lavoro. Buono anche il lavoro sui testi, dai quali citerei una bellissima strofa tratta da "Colibrì", pezzo in tre quarti dalle melodie che ricordano vagamente De André: «Colibrì non sa contare/ i battiti del suo cuore/ e le piace innamorarsi/ ma non crede che sia amore/ Ha imparato che un bel sogno/ la porta ad aspettare/ un sogno più grande/ che dovrà arrivare/ E ancora non sa che non le basterà». Da segnalare anche "Lontano", dal tono pacato ma dalle atmosfere struggenti, la più sperimentale "Cavallino di vetro", dal finale vagamente psichedelico e "Pelle", brano dal passo ritmato e jazzistico.
"Il limite" è un disco da ascoltare ed assaporare in tutta tranquillità, senza aspettarsi grandi rivelazioni, ma lasciandosi suggestionare dalle sue numerose raffinatezze.
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La recensione Il limite di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-09-21 00:00:00
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