THE ADMIRAL FREEBIRD HOTEL MOUINA 2009 - Sperimentale, Psichedelia, Alternativo

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"Hotel Mouina”, ovvero caos non organizzato.

Amano Jack Kerouac e la beat generation. Sul loro profilo Facebook appare una foto di André Breton e del gruppo surrealista. Ma dal repertorio degli Admiral Freebird sgorga tutto tranne il bebop. E non c’è traccia di esperimenti linguistici legati alla scrittura automatica. Più semplicemente, la band milanese interpreta un pop-rock sguaiato, messo su non si sa come, frequentato da testi che non lasciano il segno. La voce stecca una volta sì e l’altra pure, la chitarra ogni tanto se ne va per i fatti suoi, idem basso e batteria: quasi una versione moderna di “Inascoltable” degli Skiantos. Ma se quella di Freak Antoni e compagni era gioia situazionista, “Hotel Mouina” sembra il disco di un gruppo di dopolavoristi che la sera si chiude in sala di registrazione e poi chi se ne frega di quel che esce fuori. Resta da capire perché certe cose debbano circolare impunemente invece di restare chiuse in un cassetto.

Poi, vero, qualcosa riesce a non naufragare, come “Acqua cheta”, sorta di filastrocca in grado di emanare almeno un accenno di freschezza, o l'evocativa “Premeditazione di un omicidio”. Per tutto il resto, c'è poco altro da dire.    

 

 

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La recensione HOTEL MOUINA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-18 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • joshuafreex 10 anni fa Rispondi

    CarosignoreCatani,sono Granato Giuseppe, un pezzo degli Admiral suddetti,Dei quali ha così bene decantato le gesta nella sua. Le nostre esternazioni musicali autoprodotte hanno la semplice ambizione di tirar fuori le nostre idee dal cassetto e cercare di capire, anche attraverso il feedback del mondo esterno, la loro valenza. Si sa non tutte le ciambelle riescono col buco, ma ciò non toglie che sono un pezzo di noi, ci rappresentano abbastanza, e nel tempo qualcuno (siamo anche su MySpace) ci ha dato fiducia nel continuare (anche se poi lo avremmo fatto lo stesso per conto nostro).per arrivare al dunque, io spero che il signor Catani abbia già composto di suo qualche grande composizione di qualche tipo, o abbia espresso la sua arte in qualche modo plausibile, perché altrimenti, mi dispiace per lui, ha perso la classica occasione per esprimersi nell'arte sublime del silenzio, ch'è d'obbligo quando non si ha niente da dire. Con ossequio. Il mozzo

  • joshuafreex 10 anni fa Rispondi

    Giuseppe, un pezzo degli Admiral suddetti,Dei quali ha così bene decantato le gesta nella sua. Le nostre esternazioni musicali autoprodotte hanno la semplice ambizione di tirar fuori le nostre idee dal cassetto e cercare di capire, anche attraverso il feedback del mondo esterno, la loro valenza. Si sa non tutte le ciambelle riescono col buco, ma ciò non toglie che sono un pezzo di noi, ci rappresentano abbastanza, e nel tempo qualcuno (siamo anche su MySpace) ci ha dato fiducia nel continuare (anche se poi lo avremmo fatto lo stesso per conto nostro).per arrivare al dunque, io spero che il signor Catani abbia già composto di suo qualche grande composizione di qualche tipo, o abbia espresso la sua arte in qualche modo plausibile, perché altrimenti, mi dispiace per lui, ha perso la classica occasione per esprimersi nell'arte sublime del silenzio, ch'è d'obbligo quando non si ha niente da dire. Con ossequio. Il mozzo

  • theadmiralfreebird 10 anni fa Rispondi

    grazie Giuseppe Catani, sono lieto che hai gradito il nostro cassetto. Certo abituato con le tue orecchiette ad ascoltare bella musica dev'essere stato fastidioso ingurgitare l'intero Hotel Mouina. Il fatto che ti provoca disgusto per noi rappresenta un punto prestigioso come una medaglia al valore musicale. Il mozzo sarà morto dalle risate quando ha sentito della tua scorpacciata di Hotel Mouina. La patafisica ci aiuta in questo a muoverci in mezzo a queste sostanze organiche in via di decomposizione ed è bellissimo far ingoiare il nostro disprezzo a sedicenti critici e conoscitori del velluto sotterraneo. San Paolo nella sua lettera Simadicandapije un giorno disse: "è gente per cui le arti stan nei musei" ed è quello che noi crediamo fermamente. Tenco muore ogni giorno anche per questo. Noi continueremo a fare musica potabile unendo il disprezzo alla dolcezza una sorta di kubrikiana meccanica del disprezzo forzato verso la vostra ipnopedia. Silenzio. Morte. Martelli e Campane. Nuvole basse e tromboni e grancasse. Solo Stockhausen ne verrà fuori vivo.