Non è importante la collocazione geografica dei Segnali di ripresa, l’importante è che siano arrivati. Non sono solo una band, si avvicinano alle fattezze di un manifesto ideologico. Sono provocatori, orecchiabili e cinici quanto basta. L’aspetto dinamico rende la critica priva di qualsiasi pianto greco. Ci sono lati del nostro paese che fanno schifo e loro ci ballano su.
Non parliamo di leggerezza ma di reazione positiva, di uno “svegliamoci tutti” come moderni Gene Kelly o impettiti Fred Astaire, fate voi. Il lavoro si compone di dieci tracce più due video ben fatti, “Attacchislamico” e “Interferenze”. Il secondo mostra come i loro live possano essere associabili a vere esperienze sonore. Il visivo è strettamente legato all’interpretazione dal vivo, sequenze più batteria, chitarra elettrica e presenza dominante del sintetizzatore.
L’elettronica è la componente base, sono in grado di campionare qualsiasi cosa, dall’interferenza (omonima prima traccia) del cellulare a Maria De Filippi. La Talent Scout nazionale è protagonista di “Quando si accendono le telecamere” una serie di frasi chiave, strumento efficace di invettiva contro la tv spazzatura: “il baciamano, la rosa, lo champagne... Chi eliminate? Io sono una persona vera”.
“Medicine” non risparmia la voce nota delle pubblicità tv, che informa di quanto possa essere pericoloso il farmaco che dovrebbe salvarci. “Massa Critica” è il solo pezzo che inciampa vagamente nei Subsonica, ma l’originalità del gruppo resta solida e si manifesta senza tregua in un crescendo dall’ascolto piacevole e che vi impedirà di restare fermi. Portateli nel traffico, nella doccia, in ufficio, vi registreranno e ballerete di voi stessi nel prossimo lavoro. Come potete perdere chi finalmente svela “la più grande passione degli italiani"?
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