Dei Vermillion Sands avevo scritto: "scanzonato garage folk, dal sapore retrò ma dal tiro molto attuale" che "miscela trans-genicamente il sapore robusto delle pannocchie della campagna Yankee al gusto dei più pregiati acini dei vigneti veneti". Ero rimasto colpito dalla "dolce voce svogliata di Anna", che ci obbligava a seguirla "come topolini stregati tra boschi vergini e falò sotto le stelle" aspettando "l'album per la consacrazione definitiva".
L'album del quartetto é arrivato, include le già note e trascinanti "In The Wood" e "Wake Me When I Die", in più spiccano la filastrocca per sorriso sdentato di banjo "Peter Peter", l'esperimento pop-country molto riuscito di "Razors", la dolce-amarognola "Weary B. Weak" e ancora la minacciosa "Monsoon Blues": ci sono un paio di numeri un po' a vuoto, ma anche una ghost song dal taglio psichedelico che forse (ma forse) lascia intravedere un futuro più sperimentale in studio di registrazione.
E insomma, li consacro definitivamente? Direi di sì, anche e soprattutto in virtù dell'ottimo EP "Miss My Gun", che in coppia con quest'album ci consegna un gruppo sempre più sicuro, anche e soprattutto nelle performance dal vivo. Insomma facciamo finta che i treni non esistano, la frontiera è ancora vergine, conquistiamola passo dopo passo, i treni tanto arriveranno, ma noi li osserveremo da lontano e, come sempre, li prenderemo in giro dall'alto dei nostri cuori.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.