Chi sono i moralisti?
Gli Amor Fou devono avere a cuore la questione, perché hanno risposto con un disco intero e con una galleria di personaggi che prendono voce a formare un coro di facce e vite, storie e immagini, sentimenti e conseguenti morali. A guardare bene tra le pieghe delle canzoni, si può incontrare infatti Enrico Depedis (il "bandito moralista" della banda della Magliana), un sacerdote attratto da un ragazzo, una madre piena di sensi di colpa, e così via di storia in storia, di voce in voce; ognuno a suo modo, questi personaggi aprono gli occhi in un disco che è per questo quasi romanzesco e narrativo, amorosamente attento al mondo e alla vita, qualcosa a cui in fondo Alessandro Raina ci aveva abituato già dall'ottimo "La stagione del cannibale" e che in definitiva è una delle sue cifre stilistiche più marcate. Quello che però preme davvero dire di questo "I Moralisti", e che ne fa uno dei lavori più belli ed emozionanti dell'anno (e non solo), non è solamente l'apparato immaginifico che cola via dai testi, la cura nel raccontare delle storie e sfilarle via con la voce minuto per minuto, ma piuttosto il pop più sincero, lucido ed essenziale che le potesse accompagnare. Il netto cambio di marcia degli Amor Fou ha previsto infatti un cambio di formazione (rimasti Raina e Rescigno, si aggiungono ora anche Paolo Perego e Giuliano Dottori) che ha coinciso con l'abbandono di suoni campionati e sintetizzati a favore di un approccio analogico più caldo ed umano, che preferisce raccontare quelle stesse storie con l'aiuto di uno splendente technicolor piuttosto che col bianco e nero sbiadito e fumoso degli inizi. I riferimenti sono quelli della più classica canzone italiana dei settanta (vedi la magnifica "Peccatori in blue jeans", in cui è forte il riferimento al Gianni Morandi di "Scende la pioggia" - o ai Turtles, se preferite) trattata però con arguzia, cura e sensibilità moderna; nessuno scimmiottamento insomma, solo la pionieristica definizione di un suono che continua a declinarsi in maniera cangiante anno dopo anno nella storia della musica italiana e del quale, in finale, vale davvero la pena di essere orgogliosi. Un suono che nel caso degli Amor Fou avvolge un lavoro tanto onesto e sentito da renderlo vivido in maniera impressionante, tanto da mimare verosimilmente un romanzo o un film, tanto da costringerti davvero a infilare la testa dentro per guardare il trastevere di brutte cose di "Depedis", le domeniche di cocaina o gli occhi vitrei fissi a un videopoker sul quale si è appena bruciato uno stipendio intero, partecipando con tutta la pietà, la compassione o la curiosità del caso. Insomma, se per "moralista" si intende il suo significato originario, ovvero lo scrittore che tratta di problemi morali, l'autore di riflessioni sui costumi, sul carattere e le azioni degli uomini forse, allora, i veri moralisti sono proprio gli Amor Fou.
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La recensione I Moralisti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-04-09 00:00:00
COMMENTI (45)
FANTASTICO...I MORALISTI POI TEMATICA ATTUALE, MELODIA AVVOLGENTE...AMO QUESTA "CANZONE D'AUTORE"...BRAVI
Ma se questo non è un primascelta cosa dev'esserlo? METTETE 'I MORALISTI' TRA I PRIMASCELTA IMMEDIATAMENTE!
Bah!E'un brano che ricorda il beat anni 60,Equipe 84,Primitives,Corvi,etc..hai presente?
Tutte band italiane che citavano Beatles,Birds,primi Stones,etc..Non l'ha mica inventato Cremonini il Beat!
L'album è spettacolare..
c'è qualcosa che non mi torna...."peccatori in blue jeans" somiglia tantissimo all'ultimo Cremonini: accordi, melodia, andamento, timbro della voce....
non pensate?
E' stupendo.
sì :D
lo sto consumando 'sto cd :)
bella conferma.
E'vero,vale proprio la pena di esserne orgogliosi.
su youtube ci sono tutti!
nooooooooooooo un pezzo solo! basta, vi odio, io non leggo rockit e non vado al miami mai più