Tutte le recensioni finora apparse riguardo alla proposta dei Clorophyll@ la dicono lunga, molto lunga, sulle loro fonti ispirative, di cui bisogna citare prima di tutto e tutti quei Nirvana che non finiremo mai di rimpiangere. Questo trio di Acqui Terme getta uno sguardo anche nello stivale e si accorge che pure gli Afterhours, in fondo, hanno molti punti in comune col loro sound; c'è insomma di che trovare se si comincia a scavare.
I cinque pezzi del mini-cd sono tutti cantati in inglese e in Italia forse non troveranno i giusti apprezzamenti, sia per la lingua adottata ma anche e soprattutto per la scelta di adottare un certo tipo di arrangiamenti che il mercato nazionale accetta solo se targati U.S.A.; eppure a Federico, Mauro e Gianni non mancano le doti, pur se non possiamo ancora parlare di maturità. Al massimo si può affermare che la strada imboccata sia quella giusta, ma occorre uno sforzo ulteriore per legare le varie parti, quasi che ci trovassimo di fronte ad una serie di elementi non ordinati che trovano la migliore espressione nel caos.
Bisogna, ad esempio, cercare di sintonizzare il cantato con le chitarre, e anche dare più spessore alla sezione ritmica, decisamente sottotono, forse per colpa del mixaggio ? Ciò deve essere fatto, secondo il sottoscritto, perché siamo in presenza di musica che si avvale del 'rumore' (non solo inteso come noise) come parola d'ordine. Ci si muove in questo senso nell'episodio intitolato "Leave it", sicuramente il più interessante dei 5 presenti sul mini. Se la voglia non manca a questi tre ragazzi c'è tempo per crescere e per ottenere risultati ancora più soddisfacenti.
---
La recensione Clorophyll@ di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-02-24 00:00:00
COMMENTI