Un debutto all'insegna dell'ambientazione onirica, della chimica sonora epidermica, venata di etereo lirismo ed epiche fascinazioni. Fai fatica ad immaginare che l'ispirazione musicale da "ice and broken flowers" che percorre come trama sottile le pagine di questo lavoro, si concentri come perno gravitazionale in una terra assolata e carnale che è il sud del Belpaese. Eppure quando due musicisti "gentili" come Ignazio Nisticò ed Ermanno Valeriano (rispettivamente già Camera 237 e I Am E) si incontrano e annodano i fili delle loro rispettive formazioni, il progetto sonoro che nasce, non può non essere che la confessione intima e musicale di una pura e immaginifica ascesi sentimentale. Un suono che vuole rinnovare la narrazione musicale di meteore al rallentatore come gli Slowdive per espandersi nei territori sonori algidi del firmamento scandinavo e islandese. Il flusso inarrestabile del post-rock meno usurato, inteso come esplorazione strumentale che si muove su spazi poco circoscritti, fa da filo di Arianna, a buone sequenze di piano associate alle suggestioni vintage degli organi, il disegno di chitarre minimali, la rimica sostenuta che fa da contraltare a linee vocali aeree. Un gioco di chiaroscuri a creare climax emozionali che raggiungono il loro apice in "Some day one day", vero stato di grazia del gruppo. A prevalere è il nitore, la sublimazione del desiderio, lo spirito malinconico e crepuscolare, in equilibrio fra la necessità del suono acustico e mirate incursioni elettriche. Promettenti sono i nastri di partenza, da migliorare è però la padronanza dei mezzi: la maratona che hanno davanti ci confermerà se le buone intuizioni poggino o meno su solidi basamenti.
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La recensione portland souvenir di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-06-09 00:00:00
COMMENTI (1)
yeah!
forza lupi 2.0