Le note sul retro cover indicano come principale fonte di ispirazione del disco il Libro Tibetano dei Morti, per ambientazione, suggestioni e mood generale. I Leominor provengono dal dissolvimento di due band molto attive in quel di Verbania, e nella forma attuale codificano la loro cifra sulle linee taglienti di un approccio rigorosamente strumentale.
L'opener "Gcig" traccia coordinate tra ambient, black metal e punte di musica antica, per otto minuti dal sapore epico e velatamente post. La slintiana "Ghyis - Gsum" intesse garbatamente arpeggi in reiterazione, prologo per un'esplosione metal noise - che alla fine sconta l'estensione dei suoi oltre dieci minuti.
Il disco risulta una collezione eterogenea di songs tra le sponde alternative metal - Isis, System Of A Down e A Perfect Circle - e datato post rock chicagheno, tra epigoni e padri fondatori.
"Inga" è il malinconico epilogo di un disco opinabilmente credibile, nei limiti in cui s'è andato a cacciare un genere fin troppo abusato, nell'adusa e velleitaria dicotomia tra melodia e rabbia. In attesa di nuovi sviluppi.
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La recensione December di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-04-16 00:00:00
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