Non dev'essere facile per due circa ventenni tagliare il "traguardo" del primo album con un adesivo virtuale in fronte che dice "I Kinks del 21 secolo" (responsabile dell'ingombrante etichetta il critico americano Dany Sloan). Oppure è facile, visto che a quell'età l'incoscienza aiuta. Comunque sia, noi siamo già annoiati dall'ipercitato paragone, e i Kinks li lasceremo in pace. Se proprio qualche nume tutelare dobbiamo trovarlo, voleremo più basso – in senso generazionale, non storico-qualitativo – e parleremo di Kings of Leon, ultimi Arctic Monkeys, Alberta Cross. E gli inevitabili, vista la formazione a due senza basso, White Stripes e Jon (e Bud) Spencer Blues Explosion. Sembrerebbe una figata, staranno pensando gli amanti del genere. Lo è. Appena avranno raffinato un po' la pronuncia, Davide Materazzi e Simone Ferrari da Milano potranno agevolmente spacciarsi per i figli ribelli di un predicatore battista del Nevada. Tutto, dentro "Rubberized", dice "America profonda": la batteria cadenzata da stoner rocker incalliti, gli umori blues della chitarra, le asprezze garage, e un tono generale di rock "maschio", che si stempera appena in momenti, come ad esempio "Love is Fear", in cui oltre a quella indie-blues si riconosce una matrice indie-punk un po' più europea. Da posizionare sullo scaffale sotto la lettera C di "CD da non dimenticare a casa quando partirò per il Coast to Coast".
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