Bravi ragazzi gli Jang Senato. Facce pulite e sane, che se solo credessi nel matrimonio sarebbero esattamente l'uomo che vorrei diventare per farmi sposare. Simpatici, innegabile, capaci e determinati quanto basta per non eccedere in pecche di presunzione. Educati gentiluomini romagnoli, trentenni innamorati e con una voglia spropositata di vivere. Musicisti senza fama ("l'insuccesso ci ha dato alla testa"). Provinciali, se vuoi: l'ultima volta che li ho incontrati avevano preso in prestito il pulmino della squadra di calcio di paese per farsi 300 chilometri, suonare, e rimontare veloci tutto che la mattina dopo la squadra aveva partita in trasferta.
Il loro disco d'esordio è un parto che si son concessi con molta calma, dopo tre anni passati a suonare in giro per l'Italia imbottendosi le tasche di premi e riconoscimenti, che se solo fossimo un paese dove due-più-due-fà-quattro, a questo punto, loro, non avrebbero certo bisogno di presentazioni. Un esordio autoprodotto, e mai come in questa occasione dispiace dover sottolineare la difficoltà a capire i meccanismi del mercato: se fatica a trovare distribuzione un pop d'autore simile, mi chiedo cosa altro possa domandare l'industria musicale in Italia.
Quindici canzoncine che sembrano uscir fuori dall'incontro perfetto tra pop moderno e tradizione cantautorale. Il rispetto per i padri della nostra canzone è tutto nella poetica spensierata ed elegante di Titano: la sua voce fresca snocciola parole ed immagini dal senso leggero e mai banale. La "erre moscia", che aveva fatto sorridere in quella "Respirare" di due anni fa, si afferma ora a status symbol delineando la figura di una cantautorato quanto mai nuovo. Difficile trovare riferimenti: la scrittura degli Jang Senato prende da Bruno Martino come da De Gregori, e alla grazia intimista di questi mescola coloriture esplicite: partendo da Ivan Graziani e Alberto Fortis, il sorriso disincantato dei cinque romagnoli sembra accostarsi vagamente (con giusta misura) all'ironia feroce di contemporanei come Bersani e Silvestri, mentre il romanticismo abbonda in dosi massicce e scanzonate come un Dente leggermente meno sognante. Una scrittura fresca ed intelligente, a cui si affiancano le innegabili capacità compositive, che contribuiscono a fare di queste canzoni degli espedienti di semplicità al grado zero, nella ricerca costante della melodia e del dettaglio piccolo, risultando un ammasso corposo di musicalità che non eccede in estrosità ma resta costantemente piantata ad un senso familiare e quotidiano dell'ascolto.
È così pezzi che avevamo già fischiettato ("Respirare" o "Un tempo") si riscoprono nella completezza di un lavoro intero, da gustare dall'inizio alla fine. Strutture ariose ("Lamericano") e ballate in levare ("Tempi buoni"), pezzi lenti ("Agata") e timide rivendicazioni sociali ("Factotum", "Luoghi comuni" o "Ragazzo pulito"), fanno di questo lavoro un moderno ricettacolo di felicità italiana. La bravura nel destreggiarsi in tematiche consolidate evitando espedienti già sentiti, la capacità di sorridere con eleganza sui problemi e i rompicapo esistenziali della nostra poesia, rendono gli Jang Senato un piccolo modello della nostra provincia musicale. Capaci infine come pochi di ritagliarsi un vero e proprio pensiero: una politica della semplicità ("sto cercando di dare ragione alle piccole cose"), alla ricerca costante di un senso senza cadere nella noia, vivendo con leggerezza pop senza che questo voglia dire restare incuranti di fronte alla realtà.
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La recensione Jang Senato di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-04-21 00:00:00
COMMENTI (8)
ops scusate ho visto solo ora le date dei concerti in programma!;)
Ragazzi vi ho appena scoperto su consiglio di un amico musicista e immagino che lo dovrò proprio ringraziare!!! e ringrazio anche voi perchè ho ascoltato tutto l'album con un gran bel sorriso sulle labbra spero di potervi ascoltare presto dal vivo!!!
Avete in programma di passare da Firenze o dintorni quest'estate?
Bhè cmq a presto!!! [:
E' Ufficiale: il disco degli Jang Senato uscirà in tutti i negozi di dischi il 14 gennaio 2011:
Titolo: "LUI AMA ME, LEI AMA TE"
(Etichetta: PIPPOLA MUSIC/ Distribuzione: AUDIOGLOBE)
Su Itunes, in anteprima, lo trovate già. Eccovi il link:
itunes.apple.com/it/album/l…
[:
Hola Jules! il disco non è ancora uscito ufficialmente e quindi (per ora) non si trova nei negozi e nemmeno su i-tunes. Le cose però potrebbero cambiare presto, rimani in contatto con noi che ti aggiorniamo, siamo anche su facebook! Grazie e a presto.
J.S.
possibile che non trovo questo album in nessun negozio della terra? è limitante poterlo sentire solo qui :(
*__*
troppo gentile man! siamo commossi, grazie di cuore.
speriamo di conoscerti presto.
j.s.
Allora, siccome agli Jang Senato piace la semplicità, cercherò di essere semplice anch'io. "Vendesi", il primo disco degli Jang Senato è un capolavoro. La Musica Italiana ne è riconoscente; e se ancora non si è fatta sentire, ragazzi, perdonatela e abbiate pazienza. la Musica Italiana è una "vecchia puttana senza denti" (per citare il buon Ezra Pound quando si riferiva all'Europa). Amaramente ne prendiamo atto.
I brani sono solari e intelligenti. La rima "cuore-amore" pochi la riescono a far reggere; e gli Jang Senato sono fra questi. Non è banale, al contrario è ironia. Le parole portano con sé il proprio significato. E questo è raro. Non succede praticamente più.
La cura e l'attenzione dimostrate nella ricerca del suono sono invidiabili; minimalista non vuol dire "povero". Il disco è "ricco" di Musica. Gli arrangiamenti girano a spirale attorno alla melodia centrale del brano: se il brano è solare, si percepisce solarità. Se il brano è malinconico si percepisce malinconia. Non c'è "appiattimento". Le canzoni hanno tutte una propria spina dorsale: le canzoni degli Jang Senato continui a cantarle anche se non hai ascoltato il disco immediatamente prima. Un po' come succede quando ascolti Degregori: chi crede che "Buona notte Fiorellino" sia una canzonetta non ha capito niente di Degregori. E noi ne prendiamo atto. Allo stesso modo, chi crede che gli Jang Senato siano una band emergente come le altre, non ha capito niente degli Jang Senato e - aggiungo io - della Musica Italiana. E noi amaramente ne prendiamo atto.
Intanto io e sara abbiamo battezzato il disco come colonna sonora dell'Estate 2010. E al nostro matrimonio, che si terrà il 3 Luglio, lo balleremo fino all'alba!
chris