Mi ero fatto un'idea diversa dei Le Rose, mi sembravano una strana sintesi di malizia italiana anni 80 e post-punk, un po' come se la Rettore si fosse messa a cantare con i Maximum Joy. Poi ascoltando meglio il disco mi sono ricreduto, fondamentalmente perchè a) le voci stonate, in genere, mi convincono solo se c'è un'urgenza imprescindibile – o un'anima – sotto; b) davvero capisco poco il loro immaginario, che potrebbe abitare in un film degli anni 60 con Mastroianni, in uno spot Mediaset d'annata, nell'estate al mare di Giuni Russo come nella giovinezza illustrata dai Baustelle, con riferimenti raffinati e qualche nome di ansiolitico a sottolineare l'indolenza dei nostri giorni; c) devo ammettere che il ripescaggio di certi suoni retrò senza un minimo desiderio di mischiarli a qualcos'altro inizia a stancarmi. Tre pezzi mi piacciono: "Mi dice si" è veramente ben confezionata, con tutti i dettagli al posto giusto, bella melodia e certe sonorità tribali che straniano leggermente; "Non urlare" è percussiva, la cosa più vicina al concetto di punk citato all'inizio; "Entusiasmo" sembrano i Cocteau Twins con i suoni dei Radio Dept..
Le Rose avranno pure un'immagine e un'estetica accattivante, di quelle che non riesci ad inquadrare e per questo credi di avere tra le mani un fenomeno ricco di personalità, quasi coraggioso diresti, ma io ho sentito questo disco parecchie volte, in situazioni particolari, addirittura in città diverse e con le immagini più disparate davanti agli occhi, e mai la musica ha cambiato qualcosa a quel momento, mi è sempre scivolata addosso e dopo un po' skippavo o mi toglievo le cuffie. A me non dicono nulla.
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La recensione Le Rose di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-04-23 00:00:00
COMMENTI (3)
disco stupendo.
concordo, roba che cresce... e sta infatti già crescendo... giorello, hai toppato! ahahaha
:[
mmm... ci vai giù pesante tu...
:)
certo, il disco è davvero acerbo ma secondo me non sono male.