Nonostante il sound e l'uso delle melodie piuttosto derivativo, "L'inesatto" dei Venderlei è un disco bello. Se si riesce a sorvolare sul fatto che sembra di ascoltare Paolo Benvegnù (produttore artistico del disco e anche ospite nei cori) e i suoi Scisma, i brani sono nove preziosi gioielli inattaccabili sotto ogni punto di vista: melodicamente efficaci, arrangiati e orchestrati a regola d'arte – ampio l'uso degli archi -, che si destreggiano tra cantautorato pop (il bellissimo brano d'apertura "Cedere) e rock più nervoso ("Il dunque"). Non mancano aperture post-rock, come in "Pittori", dove la base ricorda alcuni momenti dei Giardini di Mirò, ed episodi di straniante uso dei suoni elettronici come in "(gioco)". La qualità è molto alta e i testi, ricchi di immagini reali e audaci, ricordano un modo di scrivere vicino alla sensibilità di Manuel Agnelli ("Scopami la mente, lascia un seme tra i miei lobi, fottimi la mente, lascia un seme di luce in me", cantano in "Lobi").
Alla fine, "Graffi", è il brano più profondo della collana, una dolcissima ninna nanna dai toni trasognati, essenziale negli arrangiamenti e lenta, piana e cullante nella melodia. Si potrebbe amare profondamente "L'inesatto" se solo, sotto questa presentazione impeccabile, facesse capolino un guizzo di originalità in più; i Vanderlei hanno un grande potenziale da sviluppare in forme più personali, ma soprattutto attuali, considerando che, per quanto questo sia un bel disco, tutto quello che contiene è già noto al pubblico italiano, che non faticherà a riconoscere i punti di riferimento ormai decennali (e superati?).
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La recensione L'inesatto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-06-27 00:00:00
COMMENTI (1)
Go fratellino! ..sembra ieri che mi hai messo la chitarra in mano.. lo sai che è fino alla fine vero? :)