"Things Change", seconda fatica in studio per gli Inland Sea, conferma le piacevoli sensazioni dell'esordio. Suoni caldi ed atmosfere mediterranee prevalgono per tutto il disco, realizzando, come già era stato nel 2008, un lavoro omogeneo e dal piacevole intento passionale. Una tendenza al suono armonico e corposo che si lascia tuttavia accostare, in questa occasione, da una diversa ricercatezza melodica e da un maggior senso del rock.
Raffinatezza e buon gusto musicale caratterizzano queste undici tracce, giocate costantemente sul filo di un rimando anglofilo intelligente e ben pensato. Le strutture, ariose ("Love songs") e radiofoniche ("In the air"), si costruiscono nell'incontro tra il cantato pulito di Paolo Spada e le belle prestazioni strumentali della band, sempre puntuali e capaci di riempire l'ascolto con un suono morbido ed elegante. Atmosfere introspettive ed evocative si alternato a tratti più spiccatamente folk-pop, realizzando, in modo finalmente completo, un disco apprezzabile per qualità e fattura. Da applaudire "Come to me now", il pezzo più rappresentativo ed indubbiamente quello che, senza nascondere alte pretese, riesce ad esprimere meglio le potenzialità del gruppo milanese. Nel complesso un album melodico, radiofonico, sdolcinato quanto vi pare. Ma indubbiamente sopra la media.
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