I Motel Connection sono pretenziosi. La loro musica è più fanfara che sostanza. Hanno una tremenda voglia di hype, che però ottengono solo in Italia, tendenzialmente da chi è già fan dei Subsonica. "H.E.R.O.I.N", la loro ultimissima creazione, soffre di tanti difetti. Un disco demagogo, che vorrebbe fare pensare e ballare tutti, ma che in fondo ha poco da dire come composizione e sonorità. Si affannano a parlare di 'come va il mondo' e di come dovrebbe andare meglio, ma l'impressione è che sia poco chiaro anche a loro questo meccanismo. I Motel Connection hanno l'urgenza di comunicare alle grandi masse, di esprimere concetti positivi e di migliorarci l'esistenza. Un impegno finto, il disco parla agli italiani (all'estero i Motel Connection non li ascoltano in molti) ma gli parla in inglese. Il disco vorrebbe esprimere una certa contemporaneità, ma ha un linguaggio musicale non molto attuale. Si rifà alla techno e all'house anni 90, ma senza neanche un riferimento a quello che sta succedendo in tutto il mondo nella musica da ballo. Non c'è niente di male in questo, ma c'è qualcosa di troppo, che rende i Motel Connection antipatici e spocchiosi. Una boria sottointesa, da intelletualoidi, seriosi e distaccati, professorini che stanno sul palco e fanno finta di ballare assieme agli altri, ma che in fondo hanno solo voglia di apparire. "H.E.R.O.I.N." sta per "Human Environmental Return of Output/Input Network", un ciclo che dovrebbe essere una spirale di positività. Ma non si va al di la delle intenzioni e del rimasticare un po' musica già sentita e consunta. E dove sta tutta l'energia promessa? E lo scambio? E la creatività vera e propria? Eppure i Motel Connection funzionano agli occhi del pubblico generalista. Probabilmente faranno il bagno di folla nelle loro serate. Ennesimo segnale che le cose non stanno evolvendo, che la musica non cambia in positivo. Anche in questo caso, che vorrebbe essere illuminante, siamo sempre italiani e il cambiamento vero e proprio non è nel nostro DNA.
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La recensione H.E.R.O.I.N. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-05-10 00:00:00
COMMENTI (1)
Sì, anch'io ho sempre pensato che - sotto sotto - gira e rigira si parla di "fuffa"!
Va bene anche uno, due dischi... ma non cinque, dai!