Sembra quasi la colonna sonora di un film, un mediometraggio di piccole rinascite ed altrettanti dolori. La storia di una quotidianità sommessa. E' l'esordio dei "Who is he?", toscani, malinconici, probabilmente romantici. Essenziali. La loro è una testimonianza dell'esistere, del vivere un insieme di istanti, dove la celata ribellione si unisce alle notizie di un mondo sempre più solitario.
Come nella eterea "Afghanistan", un viaggio lungo chilometri, lungo un'immaginaria strada carovaniera, intervallato da bombe e desolazione, silenzio ed orrore, sabbia e paura. Le luci pallide di un Natale sempre uguale, tra piccoli entusiasmi, e sorrisi accennati, le apparenze da salvare.
Una piccola sceneggiatura in musica, un andare incerto e poi insistente nelle tensioni che la compongono, un irradiare visioni astratte quanto reali, un fare concetto in musica diverso dal solito post-rock di matrice scandinava. Probabilmente neorealista, ma non necessariamente. E' questo l'aspetto affascinante di questo ep, miscela tra compositiva moderna e tradizionale, un'immaginaria via di mezzo tra la sensibilità naif di Sufjan Stevens, la semplice armonia del Badalamenti di "Una Storia Vera", il gusto minimale degli Akron/Family. Sei tracce, sei dipinti in cui possiamo ritrovare le nostre giornate, una pausa tra l'ennesimo scazzo ed il conseguente Gin Tonic. Una piccola gemma, discreta, mai appariscente né banale.
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