E poi dicono che siamo un popolo di cagasotto. Io dico che ci vuole coraggio, a pubblicare un disco così. Copertina epica: foto da poser tipo mio zio Aldo, rispettabile bidello del liceo tecnico-industriale trasformato in indomabile motociclista rocker nei fine settimana. Contenuto del disco: assente. Mi spiace, ma una volta tanto è giusto concedersi la briga di esser spontanei e non girare troppo intorno alle parole: le canzoni di questo disco sono passate, intendo stantie, intendo che non pensavo ci fosse ancora qualcuno capace di emulare così spigliatamente Vasco Rossi, Ligabue o chi per loro. Testi che sembrano usciti fuori da un bisticcio tra Marco Masini e Gino Latilla, e ok, si apprezza l'intenzione e la sana passione che c'è sicuramente al fondo di ogni parola, ma più che altro il risultato comunica un senso di ingenuità e tenerezza, vista la banalità esplicita di certi passaggi ("e intanto il mondo / mi gira intorno / e scopro che bello / guardarmi intorno / e intanto il mondo / così rotondo / e intanto il mondo"). Voto: sette e mezzo, a me, che questo disco l'ho ascoltato molte, molte volte convincendomi che si, un modo più carino e diplomatico per bocciare questo ragazzo avrei potuto pure trovarlo. E invece no.
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