Gli Enil La Fam da Milano hanno un sound immediatamente riconoscibile e collocabile, il che è un bene; ciò che non è bene è che non presenti particolari idee personali o innovative, bensì si limiti a un melt di grunge, garage e nu metal, ricordando da vicino quella scena dei primi anni '00 denominata "post grunge", che vide protagonisti gruppi come Nickelback e Creed. Un'altra presenza ingombrante nel sound degli ELF è quella della musa ispiratrice Mike Patton, insieme a richiami (più nominali in verità) ai Metallica: basti pensare a brani dai titoli come "S&M" o "Load"; resta il fatto che i brani siano quasi tutti molto godibili, ben scritti e nella maggior parte dei casi efficaci.
Il brano "Sick", addolcito da una bella voce femminile (quella di Cristina Marano) è un pezzo rock, con un ritornello molto orecchiabile e e un sound in totale più radiofonico, grazie alle chitarre addolcite rispetto a quelle presenti in brani come "Gossip", che nella parte ritmica ricordano i Rage against the machine. Tutte le parti vocali comunque hanno una buona melodia che ben si sposa con la voce pulita di Nicola Belvedere. Spesso inserti di synth e piano colorano il pezzo, rompendo la monoliticità delle chitarre; se ne giova l'economia totale del disco, che dalla metà in poi inizia a diventare poco vario e francamente statico, dopo la bella tripletta iniziale "S&M", "Peculiar" e "Sick", impreziositi anche da testi introspettivi, un po' generalisti nelle tematiche ma contenenti quegli universali astratti in cui tutti possono riconoscersi e che lasciano ampio spazio all'interpretazione personale.
Da un disco con un packaging così sontuoso, in argento e nero, con libretto, foto e tutti i crismi, ci si aspettava un lavoro più incisivo, ma nel complesso è una buona opera prima, debole in alcuni punti ma con delle buone idee di "canzoni" alla base. Se son rose fioriranno.
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La recensione Midst di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-02-21 00:00:00
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