Scenari gotici, immaginari mitologici, animo dark, attitudine rock. "Introspettri" è effettivamente un bagno caldo nell'inconscio, una manciata di canzoni intime trasformate in cavalcate rock. L'animo soft dei Medulla si nasconde dietro una facciata di prepotenti chitarre e sezioni ritmiche, ma riemerge nelle incursioni orchestrali, tipiche di un certo gothic rock. E' sorprendente la capacità di tenere in piedi questo doppio filo: come ricamare un tappeto di archi sull'acciaio dei "soliti" riff. Validi collaboratori spalleggiano i Medulla in questo viaggio fra spettri ed inconscio: Marco Coti Zelati dei Lacuna Coil arrangia e suona la chitarra ne "Il Gancio da Macellaio", Davide Papa dei The Unders presta la sua voce in "L'Alba", Olly Riva (Shandon, The Fire) è produttore ed arrangiatore. Un mix esplosivo, degno dei migliori artisti.
Ma i brani migliori sono quelli in cui l'estro creativo del leader Michele Andrea Scalzo scalpita alle porte del rock più duro, senza però avere il coraggio di entrarci. "Penelope Non Riesce A Morire" è un ottimo esempio di calibratura per quello che voglio dire: parole in poesia scivolano sull'uscio del rock, accompagnate da un'azzeccata sezione orchestrale. "Favola Noir" è certamente il miglior brano del disco, nei suoi echi si nasconde qualcosa di "Disintegration" dei Cure. Se dovessimo trovare un difetto a questo disco, dovremmo affidarci alla sensazione di recepire alcuni brani un po' "forzati", "pilotati", ruffiani. Ma è senza dubbio perdonabile. Il disco scorre con piacere dal primo all'ultimo pezzo, recuperando sulla strada del rock, tanto la mitologia greca quanto gli incubi distorti di Tim Burton. Con dei referenti così, non possiamo che apprezzare.
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La recensione Introspettri di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-13 00:00:00
COMMENTI (1)
Concordo pienamente. Bellissimo disco, pieno di potenziali singoli! Speriamo che la discografia italiana si svegli...